Il monologo «Gleno, 1 dicembre 1923»

Il monologo «Gleno, 1 dicembre 1923» intreccia tre storie umane per costruire il racconto del crollo.

Il monologo «Gleno, 1 dicembre 1923» intreccia tre storie umane per costruire il racconto del crollo. La storia di Virgilio Viganò, giovane imprenditore milanese e padre/padrone della diga. La ditta che rappresentava (la «Fraternità Viganò») possedeva cotonifici e centrali di produzione dell'energia elettrica. Ottenne la concessione di sfruttamento dell'acqua ai piedi del Gleno nel 1916 e iniziò a costruire il muro di sbarramento nel 1917. Morì a soli 46 anni nel giugno del 1928.

Francesco Morzenti, guardiano della diga dal novembre del 1921 al momento del crollo, era nato a Oltrepovo nel 1888. Cavaliere di Vittorio Veneto, fece di tutto per segnalare le continue perdite nello sbarramento ed evitare la tragedia. La mattina dell'1 dicembre si salvò per miracolo riuscendo a aggirare il crollo. Fu il testimone chiave del processo. Giuseppe Bazzana, amico di Francesco Morzenti, guardiano della centrale di smistamento dell'energia elettrica sul lago d'Iseo. Era il bisnonno di Emanuele Turelli e dai racconti di famiglia il giornalista bresciano ha preso lo spunto per la creazione del monologo. Pochi minuti prima del crollo della diga Morzenti telefonò a Bazzana per confidargli tutta la sua preoccupazione.

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