Stefano è morto per emorragia interna
Lunedì i funerali a Chiuduno

Stefano Poloni, il sedicenne di Chiuduno rimasto schiacciato da un pesante scaffale in metallo a Grumello, è morto per emorragia interna. Lo dichiarano i genitori dopo l'autopsia della mattina. Fissata la data del funerale: lunedì alle 10 a Chiuduno.

Stefano Poloni, il sedicenne di Chiuduno rimasto schiacciato da un pesante scaffale in metallo a Grumello, è morto per emorragia interna. Lo dichiarano i genitori dopo l'autopsia della mattina. È stata quindi fissata la data dei funerali, previsti lunedì 8 agosto alle 10 nella chiesa parrocchiale di Chiuduno. La salma del ragazzo è stata trasferita nella sua abitazione dove la famiglia ha allestito la camera ardente.

Per la morte di Stefano, intanto, la procura per i minorenni di Brescia ha aperto un fascicolo e iscritto nel registro degli indagati i due amici diciassettenni che si trovavano insieme alla vittima sul luogo della disgrazia. L'ipotesi di reato è omicidio colposo. Si tratterebbe di un atto dovuto dal punto di vista procedurale, per poter svolgere tutti gli accertamenti – a cominciare dall'autopsia, in programma oggi – necessari per ricostruire ogni dettaglio della drammatica vicenda, e stabilire (o escludere) eventuali responsabilità.

Un atto dovuto e necessario, dunque, per chiarire la dinamica dei fatti. Ma, certo, è anche un dramma nel dramma quello che si apre ora per gli amici di Stefano e per le loro famiglie: già provati dalla tragica morte del coetaneo, ieri i giovani sono stati raggiunti da un avviso di garanzia. Non è escluso che possano essere interrogati nuovamente a Brescia – alla presenza dei loro avvocati – dal magistrato che coordina l'indagine. Giovedì stesso sono stati sentiti dai carabinieri di Grumello del Monte come persone informate sui fatti e hanno fornito la loro versione della tragica vicenda.

Secondo una prima ricostruzione, giovedì pomeriggio Stefano Poloni e alcuni amici stavano trascorrendo il pomeriggio ai bordi della piscina della villa di proprietà di uno di loro, in via Vittorio Veneto a Grumello del Monte. A un certo punto Stefano e due amici (quelli poi finiti nel registro degli indagati) si sono introdotti in un ex bottonificio adiacente alla villa, con lo scopo di cercare assi o, comunque, materiale da utilizzare come panchine in vista di una grigliata, che la compagnia stava organizzando per i giorni a venire. È stato così che i giovani hanno trovato, in un locale della fabbrica dismessa, la scaffalatura in metallo e hanno pensato che potesse fare al caso loro. I tre ragazzi avrebbero dunque iniziato ad armeggiare con il mobile, cercando di portarlo dalla posizione verticale a quella orizzontale. Volevano adagiarlo e poi tagliarne le gambe con un seghetto, per utilizzare i ripiani come panche. Probabilmente ne hanno sottovalutato il peso. La scaffalatura è infatti caduta e, mentre i due amici sono riusciti a spostarsi e schivarla, Stefano Poloni è rimasto schiacciato.

Stefano non sarebbe morto subito, ma – è emerso dalle testimonianze raccolte dagli inquirenti – sarebbe stato spostato dagli amici accorsi in suo aiuto, che lo avrebbero adagiato su un asse, utilizzato a mo' di barella, e lo avrebbero riportato nell'area di pertinenza della villa. Nel frattempo è stato chiamato il 118, intervenuto con l'elisoccorso. Sembra che ai soccorritori i ragazzi abbiano detto inizialmente che Stefano si era ferito cadendo da un albero, forse per non ammettere di essere entrati nella fabbrica dismessa. Quando però il medico ha constatato il decesso, e sul posto sono giunti i carabinieri di Grumello, hanno spiegato cosa era effettivamente successo. Poi in via Vittorio Veneto è intervenuta anche la squadra rilievi dell'Arma, proveniente dal comando provinciale di Bergamo. L'inchiesta della procura dovrà chiarire se vi sia stata o meno una colpa da parte dei due amici che, con Stefano, stavano armeggiando con la pesante scaffalatura, e anche stabilire se lo spostamento del sedicenne gravemente ferito abbia in qualche modo inciso sul decesso, avvenuto poco dopo. Nel frattempo il locale dell'ex fabbrica dove è avvenuta la disgrazia è stato posto sotto sequestro: la proprietà – un'immobiliare di Clusone – avvisata dell'accaduto giovedì pomeriggio, si è subito recata sul posto.

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