Tribunale, ferie di 6 settimane
Polemica sull'attività ridotta

Anche le «ferie» della giustizia (il tribunale comunque non chiude: sono assicurate le attività urgenti) sono oggetto di disputa aritmetica: troppe le sei settimane di sospensione dei termini processuali (dal 1° agosto al 15 settembre), per un sistema vicino al collasso?

Anche le «ferie» della giustizia (il tribunale comunque non chiude: sono assicurate le attività urgenti) sono oggetto di disputa aritmetica: troppe le sei settimane di sospensione dei termini processuali (dal 1° agosto al 15 settembre), per un sistema vicino al collasso? È davvero ineludibile il «ralenti» di palagiustizia, che in pratica inizia a metà di luglio con la diminuzione dei processi? Già due ex guardasigilli, Mastella e Alfano, avevano propinato la soppressione del periodo feriale come panacea di molti mali. Non se ne fece nulla. «Io credo sia un falso problema - obietta Ermanno Baldassarre, presidente dell'Ordine degli avvocati bergamaschi -. A fronte della necessità di cure forti per un soggetto che versa in gravi condizioni, si pensa di guarirlo con l'aspirina. Perché si sa bene quali sono le carenze che affliggono il sistema processuale italiano e si sa bene che traggono tutte origine dalla cronica assenza di fondi, dalla pletorica presenza di riti, dal costante sottodimensionamento del personale amministrativo».

 Lo scetticismo dei legali è condiviso, con un pizzico di polemica, dai magistrati. «Paradossalmente - afferma Angelo Tibaldi, presidente distrettuale dell'Anm - nel periodo feriale sono sospesi tutti i termini processuali che riguardano le parti e i loro avvocati, ma non i termini che riguardano i giudici per il deposito delle sentenze, con la conseguenza che tanti di loro approfittano anche delle ferie estive per scrivere le sentenze più impegnative. Sopprimere il periodo feriale vorrebbe dire punire gli avvocati che sarebbero così tenuti a partecipare alle udienze, a scrivere memorie e a proporre appelli anche a ferragosto. I singoli magistrati nel corso dell'anno farebbero comunque le ferie, come tali irrinunciabili».

Detto questo, Tibaldi è convinto che «la riduzione del periodo di sospensione a un solo mese sia ragionevole. E auspicabile perché, praticamente, consente una sia pur marginale recupero di efficienza e, idealmente, toglie pretesti alla polemica». Il capo della sezione gip-gup Tino Palestra osa arrivare a «tre settimane da concentrare ad agosto, periodo convenzionalmente di ferie. Perché l'attività giudiziaria presuppone un intreccio di interessi che riguardano anche avvocati, testimoni, consulenti e altri». Per il magistrato non sarebbe la bacchetta magica, ma «avrebbe un valore simbolico e controcorrente in un Paese in cui c'è una concezione scolastica dell'estate, un trend nazionale che vuole che nel periodo estivo non si decida né si provveda. Del resto, basta guardare Parlamento e tv».

 Troppi 45 giorni di «ferie» pure per l'avvocato Ettore Tacchini, presidente uscente dell'Ordine: «Taglierei 15 giorni, ma soprattutto obbligherei i magistrati a concentrare le vacanze seguendo le previsioni ministeriali sulla concentrazione del lavoro». «Per i magistrati i disagi sarebbero minimi - confida Carmen Pugliese, procuratore facente funzione -, anche se non è con questo tipo di interventi che si risolvono i problemi della giustizia». «La sospensione per un mese e mezzo non è un dogma, se ci sono esigenze si può cambiare - conviene Vittorio Masia, presidente dell'Anm di Bergamo - Il problema però resta, visto che in tribunale c'è gente che deve smaltire ancora la ferie degli ultimi due anni. Processi velocizzati con un periodo di sospensione ridotto? Ho i miei dubbi. Credo che sulla prescrizione influiscano altre cose, come le promesse che alimentano politiche poco commendevoli tipo quella sul processo breve».

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