«Così è morto Stefano a Mykonos»
Il racconto di una giovane bergamasca

Alla discoteca Cavo Paradiso di Mykonos, quando il ventunenne lodigiano Stefano Raimondi è stato ucciso da una bottigliata in testa sferratagli da un giovane svizzero, c'era anche Maria Anzovino, 19 anni, bergamasca, neodiplomata al Sarpi.

Alla discoteca Cavo Paradiso di Mykonos, quando il ventunenne lodigiano Stefano Raimondi è stato ucciso da una bottigliata in testa sferratagli da un giovane svizzero, c'era anche Maria Anzovino, 19 anni, bergamasca, neodiplomata al Sarpi. È grazie al suo racconto – pubblicato dal Corriere della Sera – che ci si può fare un'idea della terribile banalità che ha portato un giovane studente di Economia a morire durante una vacanza.

«La zona vicino al bancone del bar, dove si trovavano i tavoli dei tre svizzeri (fra cui quello che ha ucciso il ventunenne, ndr) e più in là il gruppo di amici di Stefano – descrive Maria – era l'unica un minimo vivibile, dal momento che l'intera discoteca era colma, sicuramente oltrepassando il numero di sicurezza del locale (non si riusciva a camminare), perciò io e il mio piccolo gruppo abbiamo ballato lì per un bel po'».

«Ricordo bene i tre svizzeri – racconta Maria – già a venti all'una avevano il tavolo pieno di bicchieri usati e bottiglie mezze vuote. E poi c'era lei, l'oggetto delle foto della serata: una bottiglia di vodka da 6 litri. Ora, questi ragazzi – prosegue Maria - non erano al tavolo da soli, ma di certo quella bottiglia se la scolavano uno shottino dopo l'altro, per lo più loro tre». Lo chiamano «binge drinking»: bere fino a sfondarsi, non per il gusto di farlo, ma per andar «fuori» prima e di più. Senza dover andare a Mykonos, sempre più ragazzi lo fanno anche nelle valli bergamasche.

«Sei litri per tre persone = due litri a testa di vodka liscia», calcola Maria Anzovino: l'immagine di quel gruppo di giovani svizzeri le è rimasta impressa a fuoco nella mente. «La fortuna quella sera ha baciato il mio gruppo – prosegue – perché un'ora prima che scoppiasse la rissa avevamo deciso di intrufolarci in pista. Io sono stata ancor più fortunata perché pochissimo prima della rissa sono andata in spiaggia. Una coppia di miei amici si trovava lì, al bancone: hanno sentito l'urlo di una ragazza e hanno visto la folla che si apriva d'improvviso. Stefano Raimondi era appena stato colpito».

Stefano Raimondi è stato preso a bottigliate – sarà poi ricostruito – per aver cercato di difendere uno dei suoi amici, preso di mira dagli svizzeri. Uno di questi si era avvicinato al tavolo degli italiani, aveva arraffato una bottiglia e aveva bevuto, senza essere autorizzato, a mo' di sfida, suscitando la reazione. Stefano – hanno confermato i sui amici – si era messo in mezzo a far da paciere, per questo è morto. «Quanti abitanti di Mykonos si stupirebbero della morte di un altro ragazzo?» si è chiesta Maria Anzovino. Certo quella serata non la dimenticherà, lei che era lì soltanto per ballare, tra centinaia di sballati.

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