Uniacque, determinati i costi
Il CdA costerà 95 mila euro

C'è il conto definitivo sui compensi del Consiglio di amministrazione di Uniacque. Il nuovo Cda nella riunione di lunedì ha stabilito un costo lordo annuo di 95 mila euro, inferiore al tetto massimo di 125 mila ritoccato da Provincia e Comune.

C'è il conto definitivo sui compensi del Consiglio di amministrazione di Uniacque. Il nuovo Cda - eletto a fine luglio - nella riunione di lunedì ha stabilito un costo lordo annuo di 95 mila euro, inferiore al tetto massimo di 125 mila ritoccato da Provincia e Comune, in seguito alle polemiche scatenate sull'iniziale preventivo di 231.641.

Il neopresidente Gianni D'Aloia (in quota Pdl) ha quindi mantenuto la parola: non solo perché aveva annunciato che si sarebbe cercato di contenere la spesa al di sotto della soglia dei 100 mila euro, ma anche perché è stato confermato in un euro il suo compenso annuale, abbassando quindi di molto il budget complessivo. Non percepirà indennità il consigliere Alberto Piccioli Capelli (Lega), sedendo in Consiglio provinciale (avendo incarico istituzionale non può percepire doppio «stipendio»); mentre agli altri consiglieri, Mario Papalia (in quota Pdl) e Alberico Casati (Pd), andranno 15 mila euro lordi annui.

Il Cda ha conferito ad Antonio Pezzotta (commercialista, attuale presidente di Unigas) il ruolo di amministratore delegato, con molte deleghe operative, per un compenso di 50 mila euro lordi all'anno, che si somma a quello di consigliere (quindi in totale 65 mila euro). Per il momento all'ex presidente della società provinciale per la gestione del ciclo idrico integrato, Alessandro Longaretti, non è stato dato nessun incarico: inizialmente si era parlato di una possibile consulenza o direzione generale, ma al momento le ipotesi sembrano perdere quota.

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