L'ambasciatore Terzi e l'America
Senti l'audio della sua intervista

Un osservatore d'eccezione della realtà americana, l'ambasciatore d'Italia a Washington, il bergamasco Giulio Terzi di Sant'Agata, commenta a voce con noi il momento che gli Stati Uniti stanno vivendo nel decennale di Ground Zero.

Un osservatore d'eccezione della realtà americana, l'ambasciatore d'Italia a Washington, il bergamasco Giulio Terzi di Sant'Agata, commenta a voce con noi il momento che gli Stati Uniti stanno vivendo nel decennale di Ground Zero.

L'intervista completa può essere ascoltata nell'allegato audio. Qui alcuni brevi stralci. A dieci anni dalla tragedia, secondo l'ambasciatore Terzi, «il Paese esce emotivamente rafforzato dal percorso compiuto. Il segretario di Stato Clinton ha affermato che lo spettro del terrorismo non deve lasciare annebbiare il carattere nazionale, e in questi giorni c'è un senso di grande coesione e vicinanza con i familiari delle vittime. Si ricordano gli esempi di eroismo e dignità per guardare avanti, l'America vuole conservare la sua leadership nel campo della libertà, dei diritti umani e delle dignità dell'uomo».

Due presidenti, due politiche per la lotta al terrorismo: «Internamente - spiega Terzi di Sant'Agata - il cambio di politica ha rafforzato la rete di agenzie dell'homeland security. Dal punto di vista internazionale opera la task force di controllo finanziario presieduta dall'italiano Del Bufalo e molti Paesi collaborano a livello interministeriale e di Intelligence. In questi giorni all'Onu si sta creando il Forum per il contrasto globale al terrorismo, che dai Paesi del G8 arriverà a 35 Paesi, soprattutto dell'area mediterranea».

Un Mediterraneo modificato dalle primavere arabe, vicine allo spirito al discorso del Cairo del presidente Obama. «Sicurezza, leadership e recupero della solidità economica sono interconnessi» osserva l'ambasciatore: «Il piano ambizioso di Obama sul lavoro è stato ben recepito dall'opinione pubblica, anche se si ha l'impressione che i repubblicani non vogliano concedere al presidente spazi di successo nella politica economica».

La memoria, oggi, è dovunque: «Noi siamo parte della comunità, per questo al consolato generale di New York leggeremo i 172 nomi di italiani e italoamericani caduti l'11 settembre».

S. P.

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