«È doveroso aiutare le famiglie»
Le Parrocchie scendono in campo

Una serie di indicazioni per le parrocchie affinché possano lavorare al meglio, abbiano consigli, riflessioni, obiettivi per l'anno pastorale che sta iniziando. «La famiglia, il lavoro e la festa» è il tema proposto alle parrocchie, lo stesso tema che sarà al centro dell'incontro mondiale delle famiglie.

Una serie di indicazioni per le parrocchie affinché possano lavorare al meglio, abbiano consigli, riflessioni, obiettivi per l'anno pastorale che sta iniziando. «La famiglia, il lavoro e la festa» è il tema proposto alle parrocchie, lo stesso tema che sarà al centro dell'incontro mondiale delle famiglie alla fine del prossimo maggio a Milano.

«Famiglia, lavoro, festa sono dimensioni della vita che si intrecciano in modo evidente agli occhi di tutti – ha detto il vescovo Francesco Beschi –. Si tratta di osservare questo intreccio, riconoscerne la ricchezza umana e di promuoverlo. Avvertiamo che le sintesi avvenute nel passato oggi devono essere definite in modo nuovo».

L'importanza della famiglia, l'importanza dell'impegno delle parrocchie per la famiglia. La dimensione del lavoro e della festa nella famiglia. Il nuovo programma pastorale – frutto del lavoro del consiglio pastorale diocesano e della sua segreteria guidata da monsignor Maurizio Gervasoni – è raccolto in un articolato volumetto di settanta pagine che è stato presentato ieri pomeriggio in Seminario all'assemblea diocesana, davanti a un migliaio di delegati provenienti dalle diverse parrocchie.

L'incontro è stato introdotto da monsignor Davide Pelucchi, vicario generale della diocesi, presieduto da Ornella Ganda, impegnata in diverse attività ecclesiali, pensionata, maestro del lavoro. Monsignor Angelo Giulio Brambilla, vescovo ausiliare di Milano, preside della facoltà teologica di Milano, ha introdotto il tema del programma pastorale. Brambilla ha parlato - in maniera brillante, particolarmente efficace - della famiglia come luogo dove viene vissuta la sfida tra lavoro e vita quotidiana, ha definito la famiglia come realtà che «vive le relazioni», il lavoro come momento dove «abitare-trasformare il mondo» e la festa come il tempo in cui «umanizzare il mondo».

Monsignor Brambilla ha cercato di inquadrare come si è modificata la famiglia in questi cinquant'anni, ma anche come si sta trasformando il modo di vivere il lavoro e la festa. Dalla famiglia patriarcale siamo passati alla «famiglia nucleare» che vive in «appartamento», cioè in un luogo dove ci si illude di stare «a parte» e di chiudere tutto il mondo fuori. È un'illusione, ha detto monsignor Brambilla, per giunta pericolosa. «Dobbiamo pensare di riaprire le nostre case, di fare entrare aria e persone», riaprire le case al mondo, a chi ha bisogno, riconoscendo il proprio stesso bisogno, di relazione, di affetto, per non morire asfissiati.

La «casa finestra» che apra al mondo, la «casa paesaggio» luogo degli affetti, delle relazioni e dell'assunzione di responsabilità. La casa-famiglia che si basa su un sentimento fra coniugi che è qualcosa di profondo, di di generoso, che si rigenera sulla base dell'impegno continuo dopo l'esperienza fulminante dell'innamoramento. Famiglia e lavoro. Il lavoro che cambia, che manca, che si fa precario. La festa che viene confusa con il tempo libero. «La festa non è semplicemente il tempo libero. La festa è il tempo della casa e non della città mercato. È il tempo dell'ascolto, del racconto, dello stare insieme, della bellezza dello stare insieme. Tempo dell'ascolto, dello stare insieme con Dio».

Il programma pastorale nella sua struttura è stato spiegato da monsignor Maurizio Gervasoni. In conclusione le parole del vescovo Francesco che ha sottolineato l'importanza del programma pastorale, della ricerca di un modo per ricostituire l'unità famiglia, lavoro e festa in un orizzonte educativo. Sabato alle 15 l'assemblea continua, al centro dell'attenzione anche la rete dei nuovi consultori diocesani.

Paolo Aresi

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