Strabergamo? No una «stratraffico»
Si lamenta una lettrice. Commenta

Più che Strabergamo è stata una «stratraffico». In una lettera una nostra lettrice racconta la sua «odissea». Lungo i 12 chilometri ha dovuto: correre per 1 Km al fianco di un'auto, far su e giù dai marciapiedi e .. aspettare il verde a un semaforo. Commenta anche tu

Più che Strabergamo è stata una «stratraffico». In una lettera una nostra lettrice racconta la sua «odissea». Lungo i 12 chilometri ha dovuto: correre per 1 Km al fianco di un'auto, far su e giù dai marciapiedi e .. aspettare il verde a un semaforo.

Ecco la sua lettera
«Egregio direttore,
sono una delle quattromila persone che questa mattina (domenica, ndr) hanno partecipato alla tradizionale Strabergamo. Ho trentun anni e, da che io abbia memoria, l'evento è sempre stato uno dei momenti più piacevoli da trascorrere in città, poiché ha sempre offerto un'occasione non solo agli sportivi affinché potessero liberamente correre per le meravigliose vie di Città Alta e dei quartieri limitrofi, ma anche e soprattutto alle famiglie per stare insieme

Io stessa, da quando sono bambina ho ricordi meravigliosi di questa giornata, che da sempre ha permesso a me e ai miei familiari di passeggiare piacevolmente prima, e di correre con passione poi. Fino ad oggi.

Pioggia a parte, per fortuna quella non la possiamo controllare, la manifestazione ha presentato, dal mio punto di vista, molteplici debolezze.
Ho scelto il percorso di 12 chilometri e sulla mia strada ho incontrato un solo punto di ristoro, che offriva acqua e succo di frutta all'albicocca. "Più avanti troveremo il tradizionale bicchiere di tè caldo", ho erroneamente pensato. Nulla fino all'arrivo.

Lungo il percorso, fatta eccezione per le aree che interessavano i parchi, mi sono dovuta destreggiare tra diversi mezzi di trasporto, facendo su e giù dal marciapiede alla strada. Questo è accaduto già a partire da Città Alta, immediatamente dopo Porta Sant'Agostino.

Una volta imboccata via Castagneta, un residente ha percorso insieme a me almeno un chilometro... in automobile! Nel quartiere di Valtesse non c'era neanche l'ombra di qualcuno che gestisse la situazione del traffico.

L'apice è stato raggiunto lungo il percorso che andava dall'uscita del Parco Suardi, fino all'arrivo. Non c'era alcuna transenna che proteggesse dalle automobili, consentendo così il libero passaggio dei partecipanti alla manifestazione.

L'unica via percorribile era quella del marciapiede, peraltro molto stretto.
All'incrocio fra via Petrarca e largo Belotti è stato addirittura necessario attendere lo scatto del semaforo verde per poter raggiungere l'arrivo.

Faccio presente che presso lo stesso semaforo c'era un mezzo della polizia locale e fuori, a far cosa non mi è ancora chiaro, un vigile urbano. Immagino non fosse di sua competenza fermare il traffico per far passare i partecipanti ma, vista l'eccezionalità dell'evento, quasi me l'aspettavo.

All'arrivo ho trovato una grande confusione, probabilmente complice la pioggia. Un signore, da sotto un gazebo, mi guarda e urla: "Ce l'hai la maglietta sotto il k-way?"; annuisco e prosegue "Prendi un sacchetto e riempilo".

Ho notato un mucchio di sacchetti su un bancale, ne ho preso uno e ci ho messo dentro una confezione contenente due frutti. Più avanti c'era l'acqua. Chi avesse osato toccare una seconda bottiglietta sarebbe stato verbalmente aggredito da quel povero signore che, da solo, cercava di gestire la distribuzione.

Trovo inammissibile che non si possano chiudere le strade per qualche ora, di domenica mattina, in occasione di eventi di questo genere. Chi vive in città e ama correre è sempre costretto a trattenere il fiato per centinaia di metri prima di incontrare un'area verde.

Una volta all'anno sarebbe opportuno consentire a tutti di respirare!
Ringrazio per la disponibilità e saluto cordialmente»
Francesca Cestari

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