Abm e Vocem: capitolo danni
Chiesti 12,2 milioni di euro

Sono 12,2 milioni di euro. È la somma dei risarcimenti chiesti da Abm - la multiutility della Provincia - ai suoi amministratori in carica dal 20/12/2004 al 29/6/2006. Due i filoni e due le azioni di responsabilità intentate: una per la casa madre Abm e l'altra per la Vocem.

In soldoni fanno 12,2 milioni di euro. È la somma dei risarcimenti chiesti da Abm - la multiutility della Provincia - ai suoi amministratori in carica dal 20 dicembre 2004 al 29 giugno 2006. Per quelli prima la responsabilità è ormai prescritta, essendo passati 5 anni dalla cessazione dell'incarico. Idem per i revisori dei conti, seppure per differenti motivazioni tecnico-giuridiche.

Due i filoni e due le azioni di responsabilità intentate: una per la casa madre Abm e l'altra per la controllata Vocem, società che avrebbe dovuto realizzare una centrale a biomasse in quel di San Salvatore Telesino, Benevento. Nel dettaglio, rispettivamente 5,7 e 6,5 milioni: totale, 12,2 appunto.

La decisione di Abm fa seguito alle indicazioni del Consiglio provinciale dei mesi scorsi. I destinatari dell'azione di responsabilità civile sono l'allora presidente di Abm Luciano Bonetti e i consiglieri Giorgio Berta, Silvio Bosetti, Alberto Bianchi, Giuseppe Fornasari e Giovanni Valle. Quest'ultimo e Berta compaiono anche sul versante Vocem, insieme a Mauro Ardizzone e Daniele Andreini.

Entro i primi giorni di novembre si attendono le memorie difensive, dopo di che si procederà con l'arbitrato, come previsto dallo Statuto di Abm. La Camera di Commercio, competente per queste procedure, avrebbe già individuato gli arbitri in quel di Milano. La Provincia e la stessa Abm hanno inoltre presentato da tempo esposti sia alla Corte dei Conti - per verificare eventuali responsabilità amministrative ed erariali degli amministratori allora in carica - che alla Procura di Bergamo per il lato penale.

In sostanza, la Provincia (via Abm) ritiene che l'operazione - fragorosamente fallita - della centrale a biomasse nel Sannio si fondasse «su presupposti tecnici e giuridici non adeguatamente valutati, ponderati ed accertati», si legge nella delibera Abm. Da qui le «gravi responsabilità degli amministratori» dell'epoca.

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