Amianto all'ex Dalmine di Sabbio:
tre richieste per omicidio colposo

Tre richieste di condanna per omicidio colposo plurimo e lesioni personali colpose nei confronti di tre dirigenti dell'ex Dalmine, con richiesta di assoluzione solo per alcuni capi di imputazione. È il processo per la morte di 16 operai del reparto di Sabbio dell'ex Dalmine.

Tre richieste di condanna per omicidio colposo plurimo e lesioni personali colpose nei confronti di tre dirigenti dell'ex Dalmine, con richiesta di assoluzione solo in relazione ad alcuni capi di imputazione. Questo il contenuto della requisitoria fatta venerdì 30 settembre dal pm Franco Bettini a conclusione della vicenda processuale relativa alla morte per asbestosi e mesotelioma pleurico - causata da inalazione da amianto - di 16 operai del reparto di Sabbio dell'ex Dalmine, e della malattia di un loro collega.

Imputati sono i tre dirigenti succedutisi dal 1961 al 1980: Giuseppe D'Antoni, 86 anni di Cenate Sotto, direttore dello stabilimento di Sabbio dal 1961 al 1965; Giorgio Lania, 76 anni di Bergamo, membro del comitato di gestione del reparto di Sabbio dal 1973 al 1975, e Massimo Pugliese, 83 anni, di Valverde (Pavia), direttore dello stabilimento dal 1976 al 1980: il pm ha chiesto rispettivamente la condanna a due anni e due mesi, due anni e sei mesi, e due anni e quattro mesi di reclusione.

Tra l'altro si tratta degli stessi tre ex dirigenti condannati in primo grado nel 2005 per fatti analoghi, ma relativi alla morte di altri 18 operai e alla malattia di tre: in particolare D'Antoni era stato condannato a due anni, un mese e 15 giorni, Lania e Pugliese a un anno, 9 mesi e 15 giorni, tutti con pena sospesa. La sentenza è ancora pendente in appello.

Secondo l'accusa, nello stabilimento di Sabbio della Dalmine si forgiavano tubi speciali che venivano raffreddati con «coperte» che contenevano amianto: il contatto costante e l'inalazione delle fibre avrebbe portato alla malattia dei 17 operai.

Leggi di più su L'Eco di sabato 1 ottobre

© RIPRODUZIONE RISERVATA