Clandestini e reati sessuali
Le nuove emergenze del carcere

Boom di stranieri, aumento dei detenuti per reati sessuali e presenza cronica (e multiproblematica) di detenuti tossicodipendenti di lungo corso. Sono le nuove emergenze del carcere fotografate sabato mattina nel convegno «Non buttate la chiave».

Boom di stranieri, aumento dei detenuti per reati sessuali e presenza cronica (e multiproblematica) di detenuti tossicodipendenti di lungo corso. Sono le nuove emergenze del carcere fotografate sabato mattina nel convegno «Non buttate la chiave» organizzato al Seminarino dalla cooperativa Città Alta nell'ambito delle manifestazioni per il suo 30° anniversario.

«Oggi gran parte dei detenuti finisce in carcere perché non ha mezzi di sostentamento fuori - ha spiegato il direttore del carcere Antonino Porcino -. Spesso si tratta di clandestini senza lavoro e senza prospettive, con i quali è difficile pensare anche a percorsi di reinserimento».

Gli stranieri attualmente sono 316 su un totale di 583 detenuti, il 54%. La comunità più numerosa è quella marocchina, con 106 detenuti. I romeni sono 33, gli albanesi 29, i tunisini 28. Il cappellano don Fausto Resmini ha sottolineato i due grandi interrogativi ancora senza risposta nel campo dell'amministrazione della pena: la crescita dei reati sessuali e la recidiva cronica dei detenuti tossicodipendenti.

«Ci sono reati con cui nessuno vuole fare i conti - ha detto Resmini -. Ma non possiamo dimenticarli e non credo che la scelta dell'isolamento, pur tutelandoli, risolva le difficoltà della gestione della loro pena e del loro reinserimento».

Servono risposte efficaci anche per i tossicodipendenti di strada che a Bergamo (quando non sono in via Gleno) gravitano nella zona della Autolinee. Tra loro c'è anche chi è entrato in carcere 50 volte.

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