Crisi e disoccupazione che avanza
Le storie di chi prova a resistere

Tantissimi giovani che faticano a entrare e molti quarantenni e cinquantenni esclusi con poche o nulle prospettive di reintegro. I numeri indicano un aumento della disoccupazione giovanile, cresciuta dall'8,5% all'11,9%, quella generale è salita dal 4 al 4,7%.

Tanti, tantissimi giovani che faticano a entrare, ma anche molti quarantenni e cinquantenni esclusi con poche o nulle prospettive di reintegro. I numeri del mercato del lavoro nella Bergamasca indicano un aumento della disoccupazione giovanile, cresciuta dall'8,5% all'11,9% dal 2008 al 2011, quella generale è salita dal 4 al 4,7%.

Le cifre rendono solo parzialmente giustizia delle difficoltà della situazione reale: basti pensare che ai fini statistici basta un contratto di pochi giorni per non rientrare di diritto nella fascia dei disoccupati. Eppure, più che la disoccupazione è la precarietà senza garanzie a preoccupare.

Non è corretto nemmeno far passare ipotesi catastrofiste. Il mercato del lavoro nella Bergamasca è tutt'altro che fermo. Nel corso del 2010 in Lombardia in diversi settori si sono registrati saldi positivi. A Bergamo il commercio ha assorbito gran parte della quota provinciale (62%) con 85.205 avviamenti, l'industria ha introdotto 36.007 occupati.

A partire dal 2008 ogni anno nella Bergamasca sono stati tagliati migliaia di posti di lavoro. Oggi le conseguenze della crisi si fanno sentire più pesantemente, perché mano a mano che i sussidi si esauriscono, il costo sociale si trasferisce sempre di più sulle famiglie.

Da quando dalle pagine del sito de L'Eco di Bergamo vi abbiamo chiesto di scriverci le vostre storie (a proposito, continuate a farlo: l'indirizzo mail è [email protected]), sono arrivate decine e decine di lettere. Speriamo che da queste pagine possa nascere qualcosa, magari proprio un'offerta di lavoro.

Leggi su L'Eco di giovedì 13 ottobre le due pagine sull'argomento con tante lettere

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