Malpensata, i parrocchiani
contrari alla recinzione del sagrato

Il desiderio di vivere appieno la chiesa e il suo sagrato, spazio deputato alla crescita dello spirito di comunità. È questa la volontà dei parrocchiani della Malpensata nell'incontro per discutere delle soluzioni a tutela dello spazio antistante Santa Croce.

Il desiderio di vivere appieno la chiesa e il suo sagrato, spazio deputato alla crescita dello spirito di comunità. È questa la volontà dei parrocchiani della Malpensata nell'incontro per discutere delle soluzioni a tutela dello spazio antistante Santa Croce.

A partecipare circa 60 persone, che hanno portato proposte alternative rispetto alla paventata possibilità di recintare il sagrato, lanciata dalla parrocchia stessa come ultima ratio, in seguito all'acuirsi di fenomeni di spaccio e di disturbo. La risposta è arrivata, con 33 «voti» contrari alla recinzione e 11 «voti» favorevoli.

«Il sagrato è il luogo che introduce alla chiesa creando uno stacco con la realtà quotidiana - spiega il curato don Simone Pandini -. Se un luogo è vissuto in modo sano, è già più sicuro. Deve essere reso più bello e visibile, scoraggiando le persone a fare cose illecite. Chi presenta fragilità particolari deve essere aiutato, ma se c'è illecito allora no, va perseguito legalmente».

La maggior parte delle persone intervenute ha sottolineato l'aspetto della poca visibilità della chiesa, nascosta da piante e cespugli. Anche nel progetto dell'architetto Alessandro Bruschi, che ha presentato una proposta di riqualificazione del sagrato, l'intervento principale consiste nella rimozione delle siepi e di un paio di pini marittimi, che «oltre a nascondere la facciata della chiesa fanno da paravento».

Nel progetto è prevista anche la possibilità di collocare un piccolo cancello all'altezza dell'entrata principale, per limitare il passaggio dei veicoli, e il posizionamento di una piccola recinzione sopra il muretto, a oggi nascosto dalla siepe. L'architetto Bruschi ha anche proposto un possibile accesso da via Don Bosco, che è stato però «bocciato» dai parrocchiani.

«Si tratta ancora una volta di una proposta – spiega il parroco don Angelo Bettoni –. Voglio ringraziare tutti per l'ascolto profondo, come succede in una grande famiglia. Per chi avesse qualche proposta siamo sempre pronti ad ascoltare».

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