Affitti alti, commercio a terra
E Bruschi inizia la svendita

Nessuna svendita per rinnovo locali. Bruschi chiude perché la situazione del mercato non gli consente di tenere aperto. Lo dice Mario Bruschi, patron dell'azienda di calzature e abbigliamento veronese, da 45 anni presente in via XX Settembre.

Nessuna svendita per rinnovo locali. Bruschi chiude perché la situazione del mercato non gli consente di tenere aperto. Lo dice Mario Bruschi, patron dell'azienda di calzature e abbigliamento veronese, da 45 anni presente in via XX Settembre 39 con una filiale del marchio conosciuto in tutto il Nord Italia.

Oggi aprirà la svendita straordinaria e il negozio chiuderà definitivamente il 30 dicembre.

«Chiudo punto e basta – aggiunge Mario Bruschi, che ha un'azienda con 10 filiali distribuite tra Trento, Bolzano e Verona –: da tre anni la filiale di Bergamo è in costante crisi. La situazione nelle altre città è meno grave. Spero così, con un lavoro di ristrutturazione aziendale, di salvare le altre nove filiali. In Bergamasca, dove ho molti cari amici, ho l'impressione che la crisi del settore edilizio abbiamo stroncato molti piccoli e medi imprenditori legati al comparto. Ecco perchè anche la clientela tradizionale di Bruschi ha assottigliato lo shopping: prima si compravano anche quattro o cinque paia di scarpe per stagione ora invece se ne prende una e si pondera bene l'acquisto».

In questi ultimi mesi via XX Settembre è stata caratterizzata da un vero e proprio turn over delle principali catene presenti: da Golden Point a Tezenis, da Stefanel a Sisley, ma anche Douglas, solo per citare alcuni casi. La via è in gran parte dominata proprio dai grandi marchi. «Gli affitti sono altissimi – conferma Bruschi –: i proprietari aumentano i costi di anno in anno, fanno il loro interesse, ma questo non aiuta il commercio. Difficile poi per un'azienda di 60 dipendenti agire per esempio sulla flessibilità del personale».

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