Zio e nipotina dispersi sul Misma
Ritrovati in un capanno da caccia

Avventura a lieto fine per un 30enne cremonese e la nipote di 7 anni che durante un' escursione sul Monte Misma hanno perso il sentiero e l'orientamento, non riuscendo più a ritornare alla propria autovettura parcheggiata al Santuario della Forcella.

Avventura a lieto fine per un trentenne cremonese e la nipote di 7 anni che durante un' escursione sul Monte Misma hanno perso il sentiero e l'orientamento, non riuscendo più a ritornare alla propria autovettura parcheggiata al Santuario della Forcella. Ecco come si è svolto il tutto. Alle tre del pomeriggio, il giovane in difficoltà chiede aiuto al 113 della Polizia di Stato. Il 113 quindi allerta la centrale operativa della VI zona orobica del Soccorso alpino, che dopo aver informato la centrale operativa 118, inizia immediatamente a organizzare le ricerche.

Il disperso, che mantiene un contatto telefonico con il coordinatore della ricerca del Soccorso alpino, non riesce a fornire informazioni precise sulla sua posizione, giacché non conosce la zona. Nel frattempo le squadre di ricerca rintracciano i genitori della bambina che si sono recati sul posto sia per il necessario supporto psicologico che per acquisire nuovi elementi utili alla ricerca. Dai contatti con i dispersi emergono maggiori dettagli sulle caratteristiche di un capanno da caccia in cui zio e nipote si sono riparati per proteggersi dal freddo. Poi i due spengono il telefonino per evitare che si scarichi e lo tengono accesso a intervalli concordati con le squadre di soccorso.

A questo punto viene allertato il Sottufficiale di zona del Nucleo ittico venatorio del Corpo di polizia provinciale, conoscitore della zona di intervento, il quale in base alle descrizioni telefoniche riesce a individuare la località dove si trovano i dispersi (la costa che da Cornale porta al Misma). E' così che le squadre del Soccorso alpino raggiungono lo zio e la nipote. Entrambi sono in buona salute. Finalmente, alle 22, la bambina riabbraccia i genitori davanti alla Parrocchia di Cornale di Pradalunga.

“Una storia a lieto fine”, commenta l'assessore alla Protezione civile Fausto Carrara. “Grazie alla collaborazione fra istituzioni ed enti, la catena del soccorso ha funzionato a testimonianza anche di un ottimo rapporto tra Soccorso alpino, Corpo di polizia provinciale, Polizia di stato e 118. Ciascuno ha dato il suo prezioso apporto in termini di professionalità e conoscenza del territorio e il gioco di squadra è stato vincente: non posso che ringraziare tutti gli operatori che hanno collaborato alle operazioni di ricerca”.

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