Valtesse, aspettando il tram
per il traffico resta l'imbuto

Ci sono due fatti che hanno segnato la vita del quartiere di Valtesse in questi ultimi anni, tutti e due legati alla cultura, allo stile di vita: l'apertura della pista ciclabile della Morla e la chiusura del cinema Alba. Un inizio e una fine, come un testimone che si passa fra un'epoca e l'altra.

Ci sono due fatti che hanno segnato la vita del quartiere di Valtesse in questi ultimi anni, tutti e due legati alla cultura, allo stile di vita: l'apertura della pista ciclabile della Morla e la chiusura del cinema Alba. Un inizio e una fine, come un testimone che si passa fra un'epoca e l'altra.

L'epoca dell'Alba era cominciata mezzo secolo fa con la nascita del nuovo quartiere, delle case popolari che spuntavano al posto dei campi di mais e frumento. Il cinema Alba era un piccolo simbolo della presenza del quartiere nella città, un luogo che dal centro raggiungevi, magari per un film in seconda visione oppure, dopo il rilancio degli Anni Ottanta, per un film di qualità o per uno spettacolo di cabaret. Il cinema Alba era nato con i palazzi popolari e i cortili erano pieni di bambini che giocavano.

Scriveva L'Eco di Bergamo del 3 giugno 1960: «L'incremento edilizio di Valtesse ha pochi riscontri negli altri rioni della periferia cittadina. Hanno costruito e costruiscono privati cittadini ed enti pubblici con un ritmo addirittura febbrile che non conosce rallentamenti e – tanto meno – battute d'arresto. La zona è bella, pittoresca, salubre e dispone di aree fabbricabili: insomma, ha tutti i requisiti che invogliano a costruirvi».

E si è costruito tanto, anche troppo, lasciando poco spazio per il verde, per gli orti, per la rete commerciale all'interno dei due quartieri popolari, quello di via Uccelli, verso Valverde, e quello di via Biava. Dice Stefano Giudici, nato cinquanta anni fa in via Uccelli e cresciuto con il quartiere: «L'Alba era una comodità, la possibilità di andare al cinema quando non avevi voglia di prendere l'auto. Però aveva anche un valore affettivo, simbolico e la sua chiusura sembra davvero abbassare il sipario su una fase della vita del quartiere».

Tra gli abitanti veterani del quartiere c'è Gianluigi Busetti, impegnato in parrocchia come volontario. Dice Busetti: «Penso che il problema più serio della zona stia nell'imbuto di via Ruggeri da Stabello dove incontra la circonvallazione. Ci sono giorni in cui nelle ore di punta anche i mezzi di emergenza non riescono a passare. Bisogna trovare una soluzione».

E poi si aspetta il nuovo tram

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 6 novembre

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