Niente residenza perchè povero
A Palosco vince l'immigrato

Si è giunti, forse, all'ultima puntata della vicenda che vede protagonisti il Comune di Palosco e un cittadino pachistano, che nel giugno del 2010 si è visto negare la residenza perché «troppo povero». Il Comune è stato condannato a pagare 1.650 euro per le spese.

Si è giunti, forse, all'ultima puntata della vicenda che vede protagonisti il Comune di Palosco e un cittadino pachistano, che nel giugno del 2010 si è visto negare la residenza perché «troppo povero». Un'ordinanza del 2008 firmata dal primo cittadino Massimo Pinetti introduceva infatti per l'iscrizione all'anagrafe un criterio economico, secondo cui il richiedente doveva essere in grado di dimostrare di possedere un reddito di almeno cinquemila euro all'anno.

Allora Ashraf Tahir, regolarmente in Italia, era disoccupato, e quindi non in condizione di poter ottenere la residenza. L'immigrato aveva presentato ricorso contro l'ordinanza, con il sostegno di Fiom Cgil, Fondazione Guido Piccini per i diritti dell'uomo e Associazione studi giuridici sull'immigrazione. A marzo la prima sentenza: il Tribunale aveva stabilito che un cittadino non può essere discriminato in base al reddito. Contro questa decisione il Comune di Palosco aveva presentato ricorso.

Ora, nell'ordinanza della prima sezione civile del Tribunale di Bergamo, datata 20 ottobre 2011, si legge che viene rigettato il reclamo del Comune di Palosco, condannato a pagare 1.650 euro per le spese.

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo dell'8 novembre

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