Vendita A2A, ok del Consiglio
Ma «soltanto» per sei milioni

Palafrizzoni ha trovato un accordo sulla vendita delle azioni A2A. Una lunga trattativa portata avanti lunedì sera tra i banchi del Consiglio comunale e che si è conclusa con una riduzione delle vendite azionarie pari al valore di 6 milioni di euro.

Palafrizzoni ha trovato un accordo sulla vendita delle azioni A2A. Una lunga trattativa portata avanti lunedì sera tra i banchi del Consiglio comunale e che si è conclusa con una riduzione delle vendite azionarie pari al valore di 6 milioni di euro.

Poco meno della metà rispetto alla proposta dei 10 milioni, espressa nella delibera di Giunta. Che la vendita sarebbe arrivata a breve era ormai un fatto consolidato anche da parte delle minoranze. La situazione di emergenza era stata ribadita anche la scorsa settimana, quando in occasione della commissione consiliare con oggetto l'alienazione di parte delle azioni di A2A, l'assessore ai Lavori pubblici Alessio Saltarelli, aveva presentato la difficile situazione in cui versano le opere pubbliche, con una serie di creditori in attesa di essere pagati dal Comune.

I rischi maggiori in questo momento consisterebbero infatti nelle possibili ingiunzioni dei creditori e dal conseguente sforamento del patto di stabilità: «Tra i presupposti per la realizzazione delle opere pubbliche e per il rispetto del patto di stabilità ci sono le alienazioni e la vendita dei pacchetti delle azioni A2A - afferma Enrico Facoetti, assessore al Bilancio -. La vendita delle azioni eviterà il blocco dei pagamenti. Inoltre, sappiamo di dover ottemperare a un aumento di capitale, come nel caso di Bergamo infrastrutture».

Tra le obiezioni dei consiglieri di minoranza, astenuti dal voto, la mancanza di un disegno strategico dietro a una scelta così importante: «Si tratta di una delibera che abbiamo affrontato con occhio di responsabilità - spiega Elena Carnevali, capogruppo del Pd -. Impoverire il patrimonio del Comune è una responsabilità enorme nel confronto dei cittadini. Se oggi siamo costretti alla vendita di parte delle azioni di A2A la colpa è dell'amministrazione che si è adagiata sulla vendita della Serenissima e non ha provveduto ad intraprendere nessuna azione».

La decisione definitiva di scendere a 6 milioni di euro ha trovato però concordi le minoranze: «In un momento di forte svalutazione serve accuratezza nel vendere un patrimonio - continua la Carnevali -. Siamo convenuti a 6 milioni di euro di vendita delle azioni A2A, da un lato per rispondere alle esigenze dei lavori pubblici e dall'altro per tutelare un patrimonio che dà un valore».

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