Cappella Cantone, Formigoni:
procedura autorizzativa ineccepibile

«È del tutto infondato e gratuito chiamare in causa la procedura autorizzativa della discarica di Cappella Cantone in relazione all'indagine che ha portato agli arresti odierni». È quanto dichiara il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni.

«È del tutto infondato e gratuito chiamare in causa la procedura autorizzativa della discarica di Cappella Cantone in relazione all'indagine che ha portato agli arresti odierni. Chi ha fatto simili illazioni mostra di essere più interessato a innescare polemiche politiche pretestuose, strumentali e fuorvianti che alla verità». È quanto dichiara il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni in un comunicato stampa.

«Nessuna fase o passaggio della procedura, che è sempre stata collegiale, - sottolinea Formigoni nel comunicato - ha visto la partecipazione, a nessun titolo, delle persone oggetto dei provvedimenti giudiziari. Non la Giunta dell'aprile di quest'anno, che ha varato una delibera in cui si stabiliva la possibilità di realizzare discariche di cemento-amianto anche se non previste dal Piano cave provinciale: delibera supportata da diversi autorevoli pareri positivi firmati da tecnici e giuristi, la cui piena legittimità e correttezza è stata peraltro ribadita da una sentenza del Tar che ha respinto un ricorso avverso».

«In settembre - continua sempre Formigoni - si è svolta poi la Conferenza dei servizi, organismo tecnico che in base alle legge Regione Lombardia ha convocato. In quella sede fu concluso l'iter dell'Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale) e decisa la localizzazione a Cappella Cantone della discarica di amianto, dopo aver preso atto sia della sentenza del Tar, sia del rapporto tecnico favorevole dell'Arpa di Cremona che escludeva qualsivoglia pericolo per la falda».

«Della Conferenza facevano parte Provincia di Cremona, 6 Comuni (Cappella Cantone e altri 5 limitrofi interessati all'area), Arpa, e partecipò anche la ditta Lameri, rappresentata dal suo avvocato, come parte contro-interessata. Il successivo decreto autorizzativo dirigenziale del 26 settembre è stato l'atto finale e del tutto dovuto».

«Come si vede - dice ancora Formigoni - tutto collegiale e perfettamente trasparente. In conclusione, confido in una rapida azione degli organi inquirenti e sono sicuro che le posizioni personali possano essere presto e positivamente chiarite».

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