«Lavori truffa sul viadotto»
Il pm: imputati da assolvere

Non avevano le competenze tecniche, né i macchinari adeguati per decidere sui micropali della Nembro-Cene. Così il pm ha chiesto l'assoluzione per due imputati accusati di truffa aggravata ai danni dello Stato e frode in pubbliche forniture.

Non avevano le competenze tecniche, né i macchinari adeguati per decidere sui micropali. Lo ha stabilito una perizia ed è anche alla luce di queste risultanze che ieri il pm Giancarlo Mancusi ha chiesto l'assoluzione per i due imputati.

Che sono Giulivo Fenaroli, 52 anni, di Villongo, e Cristiano Quagliati, 36 anni, di Gazzaniga: il primo amministratore di fatto, il secondo legale rappresentante della Edilcos, una delle ditte (ora inattiva) che aveva ricevuto il subappalto di alcuni lavori di realizzazione della 671 Seriate-Nembro-Cene.

I due sono a processo con l'accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato e frode in pubbliche forniture: secondo l'accusa avrebbero fatto la cresta sui micropali che dovevano servire a rinforzare le fondamenta di uno dei viadotti, il Ponte Canale tra Nembro e Albino, in concorso con Andrea Di Matteo, il capocantiere della Carena, la ditta genovese aggiudicatasi l'appalto, che in preliminare ha patteggiato a due anni (indultati).

La sentenza è attesa per il 2 febbraio. Erano stati i carotaggi a campione a far credere che per le fondamenta del manufatto ci si sarebbe trovati di fronte a un sottosuolo ghiaioso. Invece, era spuntata roccia.

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