Addio definitivo alla vecchia lira
Le banconote diventano mattoncini

Addio lira. Il vecchio conio è andato definitivamente in pensione e le banconote di una volta sono letteralmente «carta straccia». La Banca d'Italia, infatti, non converte più in euro le lire ancora in circolazione. E le vecchie banconote diventano mattoncini.

Addio lira. Il vecchio conio è andato definitivamente in pensione e le banconote di una volta - che a guardarle oggi sembrano appartenere a un tempo lontano denso di ricordi - sono letteralmente «carta straccia». La Banca d'Italia, infatti, non converte più in euro le lire ancora in circolazione. A deciderlo è stato il decreto legge «Salva Italia» approvato pochi giorni fa. Per cambiare monete, banconote, o biglietti da lire a euro, in realtà, ci sarebbe stato tempo fino al 28 febbraio 2012, ma il premier Mario Monti ha deciso di chiudere con tre mesi d'anticipo la partita.

Le banconote non vengono bruciate perché con i loro inchiostri sarebbero altamente inquinanti, ma sono triturate, compresse in «briquettes» (mattoncini) e immaganizzate. A dieci anni dall'introduzione della moneta unica però - a parte la definitiva «prescrizione» della lira con decorrenza immediata imposta da lunedì scorso - la discussione che tiene banco sono gli aumenti.

Tra il 2001 e il 2011, infatti, c'è stata una vera e propria esplosione dei prezzi nel passaggio da lira a euro. La conferma non arriva solo dalle percezioni delle famiglie bergamasche ma anche dai dati concreti su un paniere di oltre 50 prodotti d'uso quotidiano.

Più 80% sul pane, +118% sul riso, +115% sulla fettina di carne. Più 159% su gelato artigianale e pizza margherita (+123%). Più 92% pure sulla giocata al lotto e +76% sul prelievo di Bancomat. Tenendo conto di tutti gli aumenti elencati, la media di rincaro finale è del 53,7%.

Se poi analizziamo l'aumento medio dei prezzi al consumo rispetto al 2001 vanno anche considerate altre spese che sono andate a colpire le famiglie in tutti questi anni. Notevole l'incremento delle bollette: l'acqua è aumentata del 52%, la tassa sui rifiuti +33%, il gas +34%, l'elettricità +24% e il canone telefonico del +25%. Gli incrementi forse più vistosi hanno però riguardato i trasporti: aerei, +64%, treni +46%, e taxi +34%.

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