Discoteca, minori e alcol:
le lettere coi vostri commenti

Non è solo colpa delle discoteche o dei pub. È quanto emerge dalle lettere giunte in redazione dopo la denuncia di un papà che - in una email inviata alla nostra redazione -ha chiesto come sia «possibile che in una discoteca si somministrino alcolici ai minorenni».

Ecco gli interventi deigli altri nostri lettori

UN SACERDOTE: CARI GENITORI, MA DOVE VIVETE?
«Ho letto l'articolo di cronaca circa i fatti capitati ieri sera in una discoteca dell'hinterland. Ho letto anche dello stupore e del rammarico di padri e madri di fronte alle situazioni che i loro figli si sono trovati a vivere.

Ma una riflessione amara la pongo (ai genitori): ma dove vivete? Quanto conoscete il mondo giovanile? Sono un prete da pochi mesi “pensionato” dopo 15 anni d'oratorio in alcune realtà della bassa.

Che moltissimi (non tutti, ma nemmeno una minoranza) adolescenti vadano in cerca dello sballo (alcol, droga e simili) è sotto gli occhi di chiunque ha a che fare con ragazzi dai 12/13 anni in su. Che cerchino di andare in posti dove certe cose siano accessibilissime (e le discoteche, pub e simili fanno fortune con i nostri ragazzi) è un altro dato evidente.

Addirittura in questi posti sono i genitori stessi che li portano e li vanno a prendere ad orari a volte assurdi. Dov'è la sorpresa? Non diciamo che non lo sapevamo, che non credevamo, che ci hanno ingannati… Che quei cattivoni della discoteca hanno permesso a nostro figlio da bere fino a quando non cade in coma etilico o ci va vicino.

So di moltissime feste non in discoteca, ma nelle case perbene di moltissimi papà e mamme, dove il risultato finale è il medesimo… Certo le forze dell'ordine dovrebbero vigilare meglio in certe situazioni, ma non possono arrivare in ogni luogo e posto… E poi vogliamo che sia l'intervento dell'autorità a sistemare tutto?

Oggi le forze dell'ordine, domani gli insegnanti a scuola, poi gli allenatori per chi fa sport, poi i sacerdoti negli oratori.. ma quando il ruolo dell'educare è assunto dai genitori in modo serio? Il problema è che a noi adulti (genitori in primis spesso) cerchiamo spesso di educare con pochi “no” e tantissimi “sì” perché così è più facile e comodo; preferiamo lasciar passare tutto, sperando che i colpi di testa dei nostri “pargoli” siano il meno dolorosi possibili.

Ci stiamo illudendo che a fare gli amiconi risolviamo tutto. Non è così..ma se (a qualcuno) fa piacere pensarlo lo faccia pure, ma poi non venga ad “indignarsi”.
don Giovanni Coffetti


UN PAPA': SE FOSSI IL PADRE MI FAREI UN ESAME DI COSCIENZA
«Buonasera sono Rinaldo da Suisio e, volevo scrivere in merito alla vicenda del padre che ha mandato la lettera alla redazione sul caso del figlio che, “Aveva bevuto un po' troppo“.

Premetto che ho 31 anni (fatti ieri) 3 figli di quattro, tre anni e il piccolo di 10 mesi: sono presidente dell' Associazione genitori locale A.Ge. del mio paese e, anche io da ragazzo qualche, scusatemi il termine, “c...ta“ l'ho fatta.

Io dico che, a prescindere dalla discoteca, se fossi il padre, calcolando che alle feste di quel tipo il bere non te lo regalano, prima di incolpare gli altri mi farei un esame di coscienza e mi chiederei come prima di tutto ha fatto il figlio a bere così tanto.

Calcoliamo che in locali come quello non si entra con le bottiglie comprate al discount nascoste sotto al giubbino. Dove ha trovato i soldi per ubriacarsi così tanto? Avranno fatto spesa al super e poi si sono bevuti tutto prima di entrare. Può essere, però il male va cercato sempre li, in quel posto, all'interno della famiglia.

I miei genitori, da ragazzo, anche se non mi controllavano con microspie, sapevano sempre dove ero e cosa facevo, calcolando che mia mamma ha fatto per 30 anni il turno di notte in uno stabilimento tessile e mio padre è artigiano, e a quei tempi si lavorava anche 16-18 ore al giorno.

Andavo a scuola alle superiori senza cellulare e si sapeva sempre dove ero oppure dove non ero. Tornavo a casa da scuola: il pomeriggio mia mamma riposava e io ero in officina a fare i compiti e a studiare, e poi lavoravo finchè non tornava a casa mio papà.

Oggi invece i giovani, oltre ad avere tutto, hanno la fortuna (per i genitori) di poter essere parcheggiati ovunque e senza limiti. Già alla scuola materna i genitori li possono parcheggiare alle 7, quando l'asilo inizia alle 9.30. Alle elementari lo stesso, e perdipiù anche il postscuola fino alle 18 /19. E, appena vi è un buco di orario, lo si riempie subito con sport ecc.

Impariamo e io per primo, a seguire i ns. figli, fin da piccoli senza metterli sotto una campana di vetro, proteggerli sempre, dare sempre la colpa agli insegnanti, il parroco , i catechisti ecc.

Faccio un esempio: al mio paese quando ero ragazzo, quindi intorno al 92/94, c'era  un ragazzo che rubava sempre in oratorio (gettoni dei videogame, caramelle e alle volte anche qualche mille lire dalla cassa). I genitori lo sapevano e la nonna pensava sempre a risarcire il maltolto ogni volta che gli veniva comunicato che il nipote rubava.

Oggi il ragazzo, diventato a adulto, è in prigione per gli innumerevoli furti fatti. Rubava dagli armadietti sul posto di lavoro, rubava gomme al cinema a Curno. Con il fratello e il complice aveva creato un sistema che funzionava in tre: lui andava in discoteca con la ragazza di turno, e intanto gli altri due le svaligiavano la casa…

Quindi, secondo voi, tornando ai tempi del 92/94, di chi era lo sbaglio più grosso... Del ragazzo o di chi doveva impartirgli una educazione, o comunque aiutarlo a preparare la strada verso il futuro?

Anche il mio se vogliamo è uno sfogo.
Rinaldo Previtali

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