L'Inps Bergamo si riorganizza
La Cgil: «Si creano solo code»

«In questo periodo all'ingresso dell'Inps di Bergamo abbiamo assistito al formarsi di code più lunghe del solito e di conseguenza a una notevole confusione»: lo dicono, preoccupati, i lavoratori della Funzione pubblica della Cgil.

«In questo periodo all'ingresso dell'INPS di Bergamo abbiamo assistito al formarsi di code più lunghe del solito e di conseguenza a una notevole confusione»: lo dicono, preoccupati, i lavoratori della Funzione pubblica della Cgil della sede dell'istituto previdenziale a Bergamo.

A creare disagi da circa tre settimane è, in particolare, l'apertura di una reception, in applicazione di quanto previsto da una circolare nazionale, la n.113 della scorsa estate. «Una variazione della pianificazione interna che applica normative centrali e ha spinto la direzione provinciale a creare un nuovo servizio di reception per gli utenti. Tutto però senza un'adeguata preparazione di dipendenti e senza un minimo di condivisione con le organizzazioni sindacali»

«Inoltre -  continuano i lavoratori Fp - in un momento in cui le normative sulle pensioni cambiano in continuazione, creando notevoli ansie e dubbi sul proprio futuro a lavoratori e pensionati, incentivandoli così a recarsi agli sportelli. I dipendenti dell'Inps si trovano a dovere dare risposte senza aver avuto linee di indirizzo né formazione in un  materia in costante ed incerta evoluzione».

«Per discutere della riorganizzazione e dei disagi - dicono dalla Cgil - abbiamo inoltrato ufficialmente una richiesta di incontro con il direttore dell'Inps provinciale, Tullio Ferretti. Dino Pusceddu, funzionario della Fp-Cgil di Bergamo: «A lui domanderemo di bloccare il processo di riorganizzazione e la disponibilità a discutere su come applicare la circolare 113».

Il personale, che da anni diminuisce e non viene sostituito in caso di pensionamento (20% in meno rispetto al 2003), si trova «a dover gestire malcontento, code e frustrazioni che confermano agli occhi della gente il già radicato pregiudizio sull'inefficienza e approssimazione del servizio pubblico. La situazione è pesante ed inaccettabile - continuano i lavoratori Fp - e grava anche su chi tenta con fatica di arginare le difficoltà e chiede di cambiare, consapevole che, se l'ente non è efficiente, a farne le spese sono prima di tutto i cittadini. La funzione di un ente pubblico è innanzitutto garanzia dei servizi erogati e accessibilità per tutti: in una situazione di evidente stress non è possibile offrire una risposta di qualità all'altezza delle aspettative e garantire un futuro all'Istituto che riconosca ancora la persona, non il cliente, come fulcro della propria funzione istituzionale».

© RIPRODUZIONE RISERVATA