Tremaglia raccontato dal nipote:
Il nonno mai tornato dalla guerra

«Quando uno parte per la guerra a 17 anni, credo pensi anche al fatto che possa non tornare più. Il nonno non era mai tornato. Lo spirito, il rigore e quella passione li ha mantenuti sempre». Andrea ha 24 anni e un cognome pesante: Tremaglia. Oggi i funerali del nonno Mirko.

«Quando uno parte per la guerra a 17 anni, credo pensi anche al fatto che possa non tornare più. Mio padre Marzio aveva ragione: il nonno non era mai tornato. Lo spirito, il rigore e quella passione li ha mantenuti sempre». Andrea ha 24 anni e un cognome pesante: Tremaglia.

È figlio di Marzio, morto nel 2000 a 42 anni, e nipote di Mirko, padre storico della destra bergamasca, scomparso venerdì scorso (oggi alle 12 i funerali nella chiesa di San Bartolomeo). Pare che molti anni fa, quando il papà lo presentò a Gianfranco Fini, l'allora leader di An guardò quel bambino e si lasciò sfuggire un divertito «oddio, c'è già pronta la terza generazione...».

In questi giorni di lutto, lui e suo fratello Arrigo (18 anni e «fresco di patente») hanno passato ore nella vecchia sede di via Locatelli, a stringere mani e ricevere abbracci da quella che, passata dal Msi al Pdl o Fli via An, resta una sorta di comunità militante. «È un momento triste, ma in questi giorni abbiamo visto passare la nostra storia: il nonno ne sarebbe stato contento».

Un nonno sui generis, che lascia un'eredità pesante. «Quella la percepite più voi, perché emerge Mirko Tremaglia con le sue battaglie. Ma per me è soprattutto mio nonno: uno che la vita l'ha sempre affrontata con lo spirito dei suoi 17 anni. L'ho capito soprattutto in questi ultimi tempi, quando la salute gli impediva di fare tutto quello che avrebbe voluto. In famiglia ci chiedevano perché non tirasse un attimo il fiato, dopo tanti anni. La verità è che non ci riusciva: una questione di spirito. Penso avrebbe voluto morire come Enrico Berlinguer, su un palco, durante un comizio».

Su un palco. La quintessenza di quella politica un po' vecchio stampo che è stata la sua vita, e alla quale Andrea si è affacciato nel 2010: candidato alle Regionali nel Pdl. Pare con qualche perplessità di nonno Mirko. «Credo fosse semmai preoccupato per la mole dell'impegno e il carico d'emotività. In politica si deve sempre avere carattere e lui l'ha dimostrato: può darsi temesse che a 22 anni non fossi ancora pronto...».

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