Crisi e lavoro, 180 studenti
scrivono al premier Monti

«Caro Monti ti scrivo...». I ragazzi dell'Engim (Ente nazionale Giuseppini del Murialdo) a fine anno non si sono rivolti a Babbo Natale, bensì al premier. Esprimendo non solo i desideri, ma anche le preoccupazioni per il loro futuro.

«Caro Monti ti scrivo...». I ragazzi dell'Engim (Ente nazionale Giuseppini del Murialdo) a fine anno non si sono rivolti a Babbo Natale, bensì al premier. Esprimendo non solo i desideri, ma anche le preoccupazioni per il loro futuro. Centottanta studenti (di cui 4 ragazze e una quindicina di stranieri), tra i 14 e i 19 anni, hanno infatti svolto il tema «Lettera aperta a Mario Monti, nuovo capo del governo italiano. Idee e proposte per me stesso, i miei amici, la mia famiglia, il Paese», assegnato dal professore di diritto ed economia Matteo Rossi.

Gli aspiranti operatori agricoli, elettrici e di impianti termoidraulici di otto classi (dalla prima alla quarta) degli istituti di Valbrembo e Brembate (direttore Giuseppe Cavallaro) si sono quindi cimentati in una vera e propria disanima della situazione italiana (dal punto di vista della loro realtà bergamasca), mettendo a fuoco quali sono i bisogni loro e delle loro famiglie e che cosa si aspettano dai politici. Emerge una sensibilità per i temi del lavoro, dell'ambiente e dell'immigrazione; la voglia di essere ascoltati dai «potenti» e di «cambiare le cose».

Con un umore purtroppo «contagiato» dal pessimismo sulla crisi che si respira ancora, soprattutto a partire da casa, dove mamma e papà rientrano sempre più pensierosi. I temi-lettere saranno spediti nei prossimi giorni proprio alla presidenza del Consiglio.

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