Il cordoglio di Regione Lombardia:
«Intitoliamoli la cima del Pizzo Coca»

Intitolare il Pizzo Coca, che con i suoi 3.052 metri è la cima più alta delle Orobie, a Mario Merelli. A proporlo sono gli Amici della Montagna del Consiglio Regionale lombardo Carlo Saffioti (PdL), Carlo Spreafico (PD), Giosuè Frosio (Lega Nord), Mario Barboni (PD), Gabriele Sola (IdV) e Valerio Bettoni (UdC), che esprimono vicinanza alla famiglia di Mario Merelli, al Cai di Bergamo e all'amico di sempre nonché compagno del suo “ultimo viaggio” Paolo Valoti.

Intitolare il Pizzo Coca, che con i suoi 3.052 metri è la cima più alta delle Orobie, a Mario Merelli. A proporlo sono gli Amici della Montagna del Consiglio Regionale lombardo Carlo Saffioti (PdL), Carlo Spreafico (PD), Giosuè Frosio (Lega Nord), Mario Barboni (PD), Gabriele Sola (IdV) e Valerio Bettoni (UdC), che esprimono vicinanza alla famiglia di Mario Merelli, al Cai di Bergamo e all'amico di sempre nonché compagno del suo “ultimo viaggio” Paolo Valoti.

«Oggi a fil di cielo una nuova figura si staglia nelle schiere degli angeli che sorvegliano le vette –hanno commentato gli Amici della Montagna del Consiglio regionale- e la sua luce è limpida e trasparente come il suo animo di uomo semplice e buono. Merelli ci lascia l'eredità di un uomo autentico e vero che amava profondamente la montagna, fedele interprete dell'alpinismo “vecchia maniera”, e soprattutto portatore e testimonianza diretta di valori morali e umani straordinari».

Il famoso alpinista bergamasco è precipitato questa mattina nella zona del rifugio Brunone a Valbondione. Merelli è nato a Vertova 50 anni fa e abitava a Lizzola con la moglie. Da sempre la montagna era la sua grande passione, lui l'ha sempre definita «la sua vita», e proprio in montagna, sui suoi monti, è deceduto.

L'incidente si è verificato mentre l'alpinista si trovava in compagnia del past-president del Cai bergamasco Paolo Valoti. Mario Merelli e Paolo Valoti erano partiti ieri sera intorno alle 23 da Valbondione. La coppia si è fermata al rifugio Coca per una pausa, per poi salire in notturna sul canalino che porta al pizzo Scais, oltre i 3 mila metri. Giunti in vetta all'alba, avevano poi deciso di raggiungere il rifugio Brunone. In questo tratto sarebbe accaduta la tragedia: Mario Merelli era davanti e un pezzo di roccia a cui l'alpinista si sarebbe aggrappato per arrampicarsi sarebbe ceduto, facendogli perdere l'equilibrio e facendolo precipitare per trecento metri. Immediato l'intervento dell'elisoccorso del 118: il corpo senza vita di Mario Merelli è stato recuperato con il verricello.

«Mario Merelli – aggiungono i Consiglieri regionali Amici della Montagna - stava raccogliendo fondi per realizzare un ospedale nella regione povera del Dolpo in Nepal: auspichiamo ora più che mai che questo progetto possa trovare presto compimento e che l'ospedale possa portare il suo nome».

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