Eddy, omicidio irrisolto dopo 1 anno
Ma c'è una pista su cui indagare

A distanza di un anno non si sa ancora chi ha ucciso Eddy Castillo, massacrandolo di botte a 26 anni fra il 15 e il 16 gennaio 2011, nei campi di via Bedeschi a Chignolo d'Isola. Una pista, seppur flebile, per gli investigatori esiste.

A distanza di un anno non si sa ancora chi ha ucciso Eddy Castillo, massacrandolo di botte a 26 anni nella notte fra il 15 e il 16 gennaio 2011, nei campi di via Bedeschi a Chignolo d'Isola (gli stessi dove fu trovato un mese dopo il cadavere di Yara). La soluzione del caso è ormai solo una speranza, ma una pista, seppur flebile, per gli investigatori esiste.

Circa due mesi prima dell'omicidio, infatti, Eddy aveva già subìto un misterioso pestaggio, del tutto analogo a quello che poi gli costò la vita. Con un particolare inquietante: chi ce l'aveva con lui non si limitò a farlo finire al pronto soccorso pieno di lividi, ma si prese la briga di tagliargli, a sfregio, ampie ciocche dei suoi riccioli, emblema della sua esuberanza.

L'episodio avvenne il 20 novembre del 2010. Eddy aveva trascorso la serata con alcuni amici nel locale Ritrovo Brazil di via Marconi, a Ponte San Pietro, frequentato da sudamericani (lui era di origini dominicane). Tornò a casa soltanto il mattino seguente, con il volto tumefatto dai cazzotti, e la capigliatura stuprata da ampie sforbiciate, in più punti. Quando con alcuni amici di Almenno prese il bus navetta «Caronte» per andare alla discoteca «Sabbie Evolution» di Chignolo d'Isola, sabato sera 15 gennaio 2011, era una delle prime volte che tornava a uscire, dopo il pestaggio di novembre. Sembrava tranquillo. I suoi amici lo persero di vista e tornarono a casa senza di lui. Lo ritrovò un agente di commercio, il mattino seguente, portando a spasso il cane.

Le indagini sull'omicidio, coordinate dal pm Carmen Santoro, proseguono. Una proroga è già stata chiesta e ottenuta a luglio, il magistrato è intenzionato a chiederne un'altra. «Finché ci sarà il minimo appiglio, andremo avanti», assicurano gli inquirenti.

Per conoscere tutti i particolari delle indagini leggi L'Eco di Bergamo del 25 gennaio

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