Urgnano, lievitano i costi per i rifiuti
Il Comune «taglia» sullo spazzino

Crescono i costi per la gestione dei rifiuti, lievitati di 366 mila euro in tre anni (da 610 mila a 976 mila). Così Urgnano corre ai ripari, rivedendo il contratto con la società partecipata Gesidra e razionalizzando tutti servizi. Anche quello dello spazzino.

Crescono i costi per la gestione dei rifiuti, lievitati di 366 mila euro in tre anni (da 610 mila a 976 mila). Così Urgnano corre ai ripari, rivedendo il contratto con la società partecipata Gesidra e razionalizzando tutti servizi, con l'obiettivo di scendere a quota 780 mila euro per il 2012. Il nuovo accordo è stato approvato dal Consiglio comunale con un'ampia maggioranza (unico astenuto Giuseppe Rossi della Lega). «Abbiamo cercato di contenere le spese – ha spiegato il vicesindaco Marco Gastoldi – a cominciare dalla raccolta porta a porta di plastica, vetro e lattine che è passata da settimanale a quindicinale. È stato poi eliminato il servizio esterno di caricamento dei sacchi nel distributore automatico che ci costava 8 mila euro l'anno, facendolo fare ad un operatore interno al comune. Sempre con queste finalità abbiamo poi abolito lo spazzamento manuale della piazza e delle vie del centro storico sostituendolo con la spazzatrice automatica che passa due volte a settimana e, in più, siamo riusciti ad ottenere la copertura di nuove zone del paese che prima erano escluse dal servizio».

Ma è stata proprio l'abolizione dello «spazzino» del centro storico che passava quotidianamente con ramazza e bidone, ad accendere il dibattito con le minoranze. «La figura dell'operatore ecologico che faceva la pulizia delle strade manualmente dava i suoi frutti – ha evidenziato Elena Zanardi (Pdl) – mentre ora la situazione è visibilmente peggiorata, il centro storico è più sporco, con mozziconi di sigarette e quant'altro lasciati per terra». <+tondo>Posizione condivisa da Giuseppe Rossi del Carroccio che ha chiesto di ripristinare il servizio. Il sindaco Efrem Epizoi ha risposto che i costi erano levitati in modo esponenziale «e dovevamo metterci un freno». «Non è la figura dell'operatore manuale della piazza a fare la differenza – ha aggiunto – perché il problema è più ampio. Non vogliamo mettere in discussione il pregresso, ma non vogliamo neppure continuare alla cieca».

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