Tutta Mozzanica per l'addio a Roberto
Il sindaco: le indagini devono proseguire

Tutta la comunità di Mozzanica si è stretta attorno ai familiari di Roberto Avelli per l'ultimo saluto al 41enne falegname tragicamente morto lo scorso 14 febbraio a Holguin, nell'isola di Cuba, in circostanze ancora tutte da chiarire.

Tutta la comunità di Mozzanica si è stretta attorno ai familiari di Roberto Avelli per l'ultimo saluto al 41enne falegname tragicamente morto lo scorso 14 febbraio a Holguin, nell'isola di Cuba, in circostanze ancora tutte da chiarire.

Una vera e propria folla ha occupato la chiesa parrocchiale dedicata a Santo Stefano per prendere parte al rito funebre presieduto da don Giuseppe Bernardi Pirini che nell'omelia ha ricordato, tra l'altro, il dolore dei familiari per una tragedia tuttora avvolta nel mistero.

Al termine della celebrazione, è intervenuto anche il sindaco di Mozzanica, Massimo Alloni. Anch'egli ha voluto ricordare Roberto come una persona seria, dedita al lavoro, schiva e riservata.

In particolare, Alloni ha però voluto porre l'accento su due aspetti. Il primo legato alla necessità di spegnere i riflettori sull'episodio di cronaca, anche per lasciare ai familiari di Roberto la possibilità di metabolizzare questo grande dolore lontano da microfoni, telecamere e macchine fotografiche (non ammesse in chiesa durante il rito).

Il secondo legato invece alla necessità di stimolare le autorità cubane a fare piena luce su quanto accaduto a Holguin il 14 febbraio scorso. Sulla morte di Roberto Avelli - che ha lasciato nel dolore la mamma Teresa,malata da tempo, un fratello e tre sorelle - non è ancora stata fatta chiarezza.

Il falegname era partito in vacanza lo scorso 6 febbraio insieme a due amici, per trascorrere a Cuba tre settimane di vacanza. Da subito Avelli aveva però manifestato il suo malcontento, decidendo già dopo quattro giorni di lasciare i compagni di viaggio e andarsene da Camaguey, per fare ritorno a Holguìn con l'intenzione di rientrare in Italia in anticipo, 14 giorni prima. Una misteriosa vicenda culminata il 14 febbraio con il decesso del falegname, precipitato, per cause ancora sconosciute, dal secondo piano della questura cittadina. Una morte avvenuta per il trauma cranico riportato nell'impatto con la pavimentazione ma resta però ancora il mistero sul perché Avelli sia caduto dall'edificio.

Proprio per saperne di più e per sveltire le pratiche di rimpatrio della salma, mercoledì 22 febbraio tre familiari dell'artigiano erano partiti per l'Avana, dove c'era stato un incontro con le autorità di laggiù, che hanno garantito la prosecuzione dell'attività investigativa sulla quale vige stretto riserbo. I familiari cercano certezze sulla dinamica, certezze che tardano ancora ad arrivare. Avelli, secondo una prima ricostruzione, era morto cadendo dal 2° piano dell'Ufficio Immigrazione della Questura di Holguin forse per un cedimento strutturale di un balcone o di una parete. Di certo – secondo le autorità – c'è invece che Roberto Avelli non è precipitato per un cedimento strutturale della sede della «Inmigración y extrangerìa» di Holguin, ma la sua caduta è da ricollegare ad altre cause, ma quali ancora non si sa. L'uomo, trovato a terra gravemente ferito, era stato portato all'ospedale di Holguin e sottoposto ad un delicato intervento chirurgico, al quale però non era sopravvissuto.

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