Prati: «Multe dovute ai ritardi
La legge parla chiaro in Italia»

«Quanto detto dal signor Maggioni nasce da un equivoco, che poteva essere subito chiarito chiamando direttamente il responsabile del procedimento presso la Camera di commercio».

A parlare è Emanuele Prati, segretario generale della Camera di commercio di Bergamo. Prati spiega il punto di vista della Cdc sulle cartelle esattoriali arrivate ad alcune imprese, chiamate a pagare sanzioni nell'ordine di una trentina di euro a fronte di mancati versamenti per il diritto annuale dovuto alla Camera di commercio, pari a pochi centesimi di euro.

«Non credo sia così - osserva Prati - in quanto esiste una franchigia di 12 euro (che sarà adeguata presto ai 30 fissati nei giorni scorsi dallo Stato), per cui per importi inferiori a tale cifra non viene chiesto nulla. La sanzione è per il ritardato pagamento di una somma ben maggiore. Per fare un esempio - spiega Prati -, se invece dei 100 euro che una società avrebbe dovuto pagare ne avesse versati nei tempi stabiliti solo 95, la Camera di commercio non avrebbe chiesto nulla. Diverso invece il caso del versamento del diritto fatto oltre il termine ultimo stabilito: in questo caso sono costretto per legge a recuperare l'intera cifra, applicando la sanzione prevista dalla legge (il 10% dell'intera somma)».

Prati difende le cartelle di Equitalia, anche se si dice d'accordo con chi evidenzia che possono creare comprensibili dubbi. «Ma proprio per questo - spiega Prati - i nostri uffici sono sempre a disposizione per qualsiasi chiarimento». In merito alle proteste, il segretario generale della Cdc chiama in causa due fattori: «Il ritardo dei versamenti da parte delle ditte interessate - osserva Prati - e la legge che ci impone di applicare la sanzione. È fisiologico che in questo periodo, nel quale vengono mandati a ruolo i ritardati pagamenti, possano esserci voci fuori dal coro: ma non abbiamo applicato sanzioni tanto per creare problemi alla gente, quanto per un regolamento, uguale in tutta Italia, che parla chiaro».

Marco Conti

© RIPRODUZIONE RISERVATA