Tangenti, indagato Davide Boni
presidente del consiglio regionale

Il presidente del consiglio regionale della Lombardia, il leghista Davide Boni, è stato indagato dalla Procura di Milano per corruzione in relazione a un presunto giro di tangenti nato dall'inchiesta su Cassano d'Adda. La Gdf di Milano ha svolto perquisizioni nel suo ufficio.

Il presidente del consiglio regionale della Lombardia, il leghista Davide Boni, è stato indagato dalla Procura di Milano per corruzione in relazione a un presunto giro di tangenti nato dall'inchiesta su Cassano d'Adda. La Guardia di Finanza di Milano ha svolto perquisizioni nel suo ufficio: si tratta di accertamenti che rientrano nell'inchiesta condotta dal procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo.

L'inchiesta nasce da un fascicolo già esistente su un presunto giro di tangenti nel comune di Cassano d'Adda: risulta indagato anche Dario Ghezzi, portavoce di Davide Boni. Entrambi sono stati destinatari di un avviso di garanzia.

Perquisizioni della Guarda di Finanza, oltre che nell'ufficio di Boni, anche nei confronti di altre tre persone. Secondo quanto appreso, il nome di Boni sarebbe stato fatto agli inquirenti da due persone: l'architetto Michele Ugliola, coinvolto nell'inchiesta di Cassano d'Adda, e da una persona interna alla Lega Nord, il partito a cui appartiene Boni che, prima di essere presidente del consiglio regionale della Lombardia, è stato assessore regionale all'Edilizia e al Territorio.

Anche Luigi Zunino, ex numero uno di Risanamento, risulta indagato. la sua abitazione e l'ufficio sono stati oggetto di perquisizioni da parte della Gdf.

Davide Boni è il quarto ex assessore della Lombardia che risulta coinvolto in inchieste giudiziarie. In ordine di tempo, il primo è stato Pier Gianni Prosperini, ex assessore allo Sport del Pirellone, posto in custodia cautelare nel dicembre 2009, nell'ambito di una indagine su un giro di tangenti legate alla promozione turistica regionale. Per questa vicenda (le accuse erano di corruzione, turbativa d'asta e truffa) Prosperini ha patteggiato una pena a 3 anni e 5 mesi di reclusione, mentre l'ex assessore ha un procedimento ancora in corso e una indagine aperta legata a un presunto traffico di armi con l'Eritrea.

Un ordine di arresto ha raggiunto anche l'ex assessore Massimo Ponzoni, titolare dell'Ambiente in una delle giunte di Roberto Formigoni, accusato di bancarotta fraudolenta per il fallimento della società Il Pellicano e di corruzione.

Una ordinanza di custodia cautelare è stata emessa anche nei confronti di Franco Nicoli Cristiani, già assessore all'Ambiente e al Commercio, nominato nel 2010 vicepresidente del consiglio regionale della Lombardia.

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