Corna Imagna: badile e rossetto
Antonella «muratrice» per passione

Muratore, o «muratrice», dice che non sarebbe il termine più idoneo. Piuttosto «bocia», sostiene: «D'altronde non faccio altro che passare le pietre ai veri muratori, scartare quelle che non vanno bene. Insomma, do una mano».

Muratore, o «muratrice», dice che non sarebbe il termine più idoneo. Piuttosto «bocia», sostiene: «D'altronde non faccio altro che passare le pietre ai veri muratori, scartare quelle che non vanno bene. Insomma, do una mano».

Antonella Licini, 50 anni, di San Pellegrino, non trova poi così strana la sua ultima «passione», più propriamente maschile. Da circa due anni aiuta i muratori-volontari che, per conto dell'amministrazione comunale di Corna Imagna, stanno rimettendo a nuovo le storiche mulattiere del paese.

Un lavoro iniziato nell'estate del 2010 e ancora in corso, perché gli itinerari da salvare sono tanti. Un tempo rappresentavano le uniche vie di comunicazione tra le frazioni - che in paese sono Mafineto, Ca' Gavaggio, Pettole, Cilipiano - e il capoluogo di Corna Imagna. Poi vennero abbandonate, il tempo e la vegetazione fecero il resto, mandando in degrado una testimonianza storica importante.

Il Comune, guidato dal sindaco Antonio Carminati, stante le ristrettezze economiche (il costo dell'intervento è stato stimato in un milione di euro) si è rivolto ai muratori valligiani, cercando manodopera volontaria. Corna Imagna è nota per essersi «fatta da sé». Qui le case, da generazioni, le hanno costruite i padri di famiglia nei fine settimana, tra un viaggio e l'altro dai cantieri in valle o nel Milanese. Un appello subito raccolto.

Il sabato mattina, pensionati e non solo si trovano per ripulire i sentieri dai rovi, ricostruire i muretti crollati, rifare il selciato e ripristinare il sistema di raccolta delle acque. Cercando di conservare le modalità di esecuzione di un tempo, ovvero senza utilizzare il calcestruzzo.

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