L'ex promotore finanziario
con una doppia contabilità

Una sorta di doppia contabilità degli investimenti: da un lato quelli «regolari» e mirati sulle indicazioni della banca, e dall'altro rendiconti in forma anonima, destinati invece agli investimenti caldeggiati dal promotore, a rischio molto più alto.

Una sorta di doppia contabilità degli investimenti: da un lato quelli «regolari», con indicazione dei nomi degli investitori e mirati sulle indicazioni della banca da cui il promotore aveva il mandato, e dall'altro rendiconti in forma anonima, con pseudonimi e cifre, destinati invece agli investimenti caldeggiati personalmente dal promotore, a rischio molto più alto.

È un quadro intricato quello che è emerso lunedì 12 marzo dalle parole di uno dei testimoni chiave dell'accusa nel processo che vede accusato di appropriazione indebita un promotore finanziario di Zogno (non più in attività): si tratta di un ex dipendente dell'ufficio stesso.

Secondo l'accusa il professionista, anziché proporre unicamente investimenti indicati dalla banca di riferimento, avrebbe avuto anche una sorta di pacchetto personale per clienti ben selezionati, con investimenti con profilo di rischio alto e mirati all'estero. Per questo motivo - «per tenere riservate e mascherare le movimentazioni», come ha detto il testimone di ieri - i relativi passaggi di denaro dall'investitore al promotore erano sempre in contanti.

A dare il via all'inchiesta era stato un operaio pensionato di Zogno che, affidandosi al promotore insieme a vari familiari, tra il 1996 e il 2008 gli aveva consegnato da investire un totale di circa 300 mila euro, di cui però sarebbe sparita ogni traccia.

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