Cronaca / Bergamo Città
Venerdì 16 Marzo 2012
Ecco il fash mob di «Buona Italia!»:
striscione esposto a Porta Garibaldi
Una grande bandiera è comparsa venerdì pomeriggio al fianco della Porta Garibaldi di bergamo. Una protesta? No: si è trattato di un'iniziativa per commemorare l'Unità d'Italia alla vigilia della festa istituita per l'occasione e che cade sabato 17 marzo.
Una grande bandiera è comparsa venerdì pomeriggio al fianco della Porta Garibaldi di bergamo. Una protesta? No: si è trattato di un'iniziativa per commemorare l'Unità d'Italia alla vigilia della festa istituita per l'occasione e che cade nella giornata di sabato 17 marzo.
L'iniziativa è stata organizzata dell'associazione L'officina delle idee. Il «flash mob» è andato in scena intorno alle 14,30: un gruppo di persone, guidate dal vicepresidente del consiglio regionale Carlo Saffioti, ha tenuto appeso per alcuni minuti un Tricolore lungo 13 metri sugli spalti nei pressi della porta.
In questo modo si è voluto, è stato spiegato in un comunicato, augurare a tutti i bergamaschi «Buona Italia!» proprio alla vigilia della festa del 17 marzo.
Ecco il comunicato che ha accompagnato l'iniziativa
«150 anni o no, L'officina delle idee non dimentica l'Unità d'Italia. E se nel 2012 la ricorrenza è meno significativa dell'anno scorso, non per questo va passata sotto silenzio».
«Il 17 marzo è stato dichiarato festa nazionale, e non solo per il 2011 – afferma Saffioti, che è anche Presidente del Comitato Regionale per le celebrazioni del 150° anniversario dell'Unità –. L'attuale Governo ha infatti confermato una ricorrenza che non vorrei proprio finisse nel dimenticatoio. Lo dico soprattutto alla luce dell'entusiasmo con cui gli italiani hanno accolto le celebrazioni dello scorso anno, che hanno visto punte particolarmente significative a Bergamo, cosa che ha riconosciuto lo stesso Capo dello Stato Napolitano in occasione della sua visita. Inoltre, non dimentichiamocelo, Bergamo è la Città dei Mille».
«Questa voglia di manifestare la propria appartenenza alla Patria, che peraltro si coniuga con una convinta scelta federalista che in questi mesi è stata purtroppo messa un po' in disparte, non va persa, bensì coltivata di anno in anno – prosegue Saffioti – Mi piacerebbe che ogni 17 marzo tutti ci scambiassimo gli auguri dicendoci “Buona Italia!”»
«Ritengo particolarmente opportuno che tutti (i politici in primis) ricordino quanto fece allora la classe dirigente italiana: in poco più di dieci anni (fra il 1860 e il 1870) quegli uomini politici furono capaci di realizzare l'Unità d'Italia, di unificare le monete che circolavano negli stati preunitari, di abbattere le dogane, di rendere compatibili le diverse linee ferroviarie, di uniformare e diffondere il sistema scolastico, di rifondare il diritto commerciale, civile, amministrativo, penale, di riorganizzare lo Stato unitario in provincie e comuni, di raggiungere (con Quintino Sella) il pareggio di bilancio. Un bell'esempio per l'Italia di oggi».
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