La Sinistra e il Nuovo Ospedale:
servono garanzie sulla sicurezza

«Chiediamo che il trasloco del Nuovo Ospedale venga rimandato, i cittadini devono avere garanzie sulla sicurezza». È la prima di una serie di richieste della Federazione della sinistra di Bergamo. E per i Riuniti: «Non venga svenduto al miglior offerente»

«Chiediamo che il trasloco del Nuovo Ospedale venga rimandato, i cittadini devono avere garanzie sulla sicurezza». È la prima di una serie di richieste della Federazione della sinistra di Bergamo, che raggruppa Rifondazione Comunista, il partito dei Comunisti Italiani e Socialismo 2000.

A introdurre il delicato tema dell'ospedale e del parco agricolo ecologico di Grumello al Piano, Alberto Scanzi, portavoce della Federazione: «Il trasloco deve essere fatto in modo graduale – dice Scanzi -. Chiediamo che sia attivata una tecnologia da posizionare sulle torri, per monitorare l'eventuale sprofondamento dell'ospedale».

Il timore è anche quello che il vecchio ospedale di Largo Barozzi, sia il contenuto che il contenitore, venga svenduto al miglior offerente: «Svendere una struttura di pregio come quella del vecchio ospedale, appena rinnovata nelle tecnologie, andrebbe a discapito dell'intera città. Chiediamo che diventi oggetto di un concorso di idee internazionale».

Piuttosto che una svendita, meglio lasciare la struttura a servizio della città: «Se anche il secondo bando di gara andrà a vuoto – spiega Francesco Macario, segretario provinciale di Rifondazione Comunista – il vecchio ospedale verrà venduto al miglior offerente, per una cifra non superiore ai 50 milioni di euro. A questo punto è meglio che se lo tenga la città, a finalità sociale. Vendere oggi a queste condizioni è una pazzia. Il rischio è che il vecchio ospedale venga spezzettato ed acquistato dalle cliniche private, che già hanno addocchiato il singolo reparto in vendita. In questo modo verrebbe a crearsi una concorrenza con la sanità pubblica, con un un disequilibrio».

La scelta di legare il tema del Nuovo Ospedale a quello del Parco agricolo ecologico, non è casuale: «L'area di Grumello al Piano – spiega Macario – dove dovrebbe nascere il parco, per l'80%, è di proprietà comunale. Non capiamo perché al momento della scelta del sito dove costruire il nuovo ospedale quest'area non è stata presa in considerazione. Sono stati spesi soldi per acquistare un'area alla Trucca che invece è paludosa. Anche i costi di gestione saranno altissimi. La stessa trincea funzionerà con 50 pompe a diesel, attivate giorno e notte. I costi saranno folli e i soldi dei cittadini finiranno nelle tasche dei petrolieri».

La Federazione chiede anche chiarimenti: «Sarà la magistratura a determinare le responsabilità – conclude Macario –, ma ci sono stati errori clamorosi e vogliamo capire di chi sia la responsabilità. Il dubbio è che sulla transazione della vendita dei terreni alla Trucca qualcuno ci abbia guadagnato. Dev'essere fatta chiarezza».

Le due tematiche saranno approfondite in una serie di incontri pubblici dal titolo «La città futura. Idee, proposte, progetti per una città vivibile». Il primo appuntamento è il 4 aprile alle 21, al Caffè Letterario di via San Bernardino.

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