Maxifrode sui rifiuti delle Fs:
24 indagati, due bergamaschi

I costi dello smaltimento del pietrisco ferroviario venivano gonfiati, fino a sottrarre qualcosa come 10 milioni di euro alle Ferrovie dello Stato. La presunta maxi frode ha portato all'iscrizione nel registro degli indagati per 24 persone: due i bergamaschi.

I costi dello smaltimento del pietrisco ferroviario venivano gonfiati, fino a sottrarre qualcosa come 10 milioni di euro alle Ferrovie dello Stato. La presunta maxi frode è venuta alla luce da un'inchiesta della Procura di Novara che ha portato all'iscrizione nel registro degli indagati per 24 persone, due delle quali bergamasche.

L'indagine, iniziata tre anni fa, ha infatti coinvolto anche la «Gualdi Alessio», ditta di trasporti con sede a Dalmine, benché il suo ruolo sarebbe marginale: verrebbero contestati all'azienda bergamasca alcuni trasporti di materiale carico di pietrisco ferroviario. I due indagati orobici sono uno dei soci dell'azienda di Dalmine, A. G., di 77 anni, e un impiegato, G. S., 46 anni, di Villa d'Almè.

«Chiariremo tutto, perché non c'entriamo nulla con queste accuse – sottolinea l'amministratore delegato dell'azienda di Dalmine –. Ci contestano alcuni trasporti di materiale, quando tra l'altro l'azienda aveva un'altra ragione sociale, però non sapevamo nulla di quello che veniva trasportato e non abbiamo nemmeno mai avuto contatti diretti con l'azienda che ha stipulato il contratto con le Ferrovie per lo smaltimento dei rifiuti».

Le indagini della Procura di Novara sono cominciate tre anni fa e hanno coinvolto, in tutto, aziende con sedi nelle province di Novara, Alessandria, Biella, Torino, Genova, Milano e Piacenza. Sedici le ditte indagate e 24 le persone, accusate di traffico illecito di rifiuti, frode ai danni di enti pubblici e associazione per delinquere.

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