Ps, troppi accessi ingiustificati
Ma Bergamo sta meglio di altri

Secondo una ricerca della Cisl lombarda, il 15% degli accessi al Pronto soccorso negli ospedali di Milano sono ingiustificati. A Bergamo sarebbe del 9%, ma l'ospedale puntualizza che la percentuale è oggi più bassa e si attesta attorno al 6%.

Il 15% degli accessi al Pronto soccorso negli ospedali di Milano e area metropolitana sono ingiustificati e potrebbero essere gestiti da un servizio parallelo, alleggerendo così il carico di lavoro delle strutture di emergenza e soprattutto riducendo i tempi di attesa per tutti.

E' quanto emerge da un monitoraggio realizzato nei Pronto Soccorsi di Milano e dell'area metropolitana, oltre che dell'ospedale di Bergamo, Como e Lecco, dalla Cisl Medici Lombardia che propone una riorganizzazione del sistema di gestione delle emergenze, attivando un servizio parallelo, sempre nell'ambito dell'ospedale, che avvalendosi del lavoro della guardia medica si prenda cura di quelli che oggi sono definiti i “codici bianchi”.

«Tra le sofisticate variabili dell'organizzazione sanitaria bisogna tener conto anche di un fattore molto umano, che si chiama paura: quando un cittadino sta male si rivolge al Pronto soccorso, perché si sente più tranquillo rivolgendosi alla struttura ospedaliera - afferma Arturo Bergonzi, segretario generale Cisl Medici Lombardia -. Se il sistema funzionasse in modo efficiente i codici bianchi non dovrebbero nemmeno entrare in Pronto soccorso e la loro gestione dovrebbe essere affidata a un servizio parallelo, avvalendosi della professionalità di un'equipe formata da medici di guardia medica, pediatri, medici di base e specialisti ambulatoriali. Oggi, invece, la gestione dei codici bianchi occupa anche 4-5 ore, col risultato di distogliere l'attenzione dei medici da codici più impegnativi».

Secondo il monitoraggio della Cisl Medici regionale, a Milano sono il 15% i codici bianchi ingiustificati e l'attesa che ne deriva va da un minimo di 1 a un massimo di 6 ore, da 1 a 5/6 ore per i codici verdi, a seconda delle giornate.

A Como sono il 10%, con un'attesa di 3-4 ore (per i codici bianchi) e 1 ora per i codici verdi, il 7% a Lecco, con 4-5 ore (codici bianchi) e 1-2 ore (per i codici verdi).

A Bergamo sono il 9%, con un'attesa di 2 ore circa per i codici bianchi e 1 ora per quelli verdi, ma l'ospedale (ascolta l'audio con il responsabile del Pronto soccorso, Claudio Arici) puntualizza che la percentuale è oggi più bassa e si attesta attorno al 6%.

Quanto alle patologie diagnosticate ai «codici bianchi», si va dalla febbre ai disturbi intestinali, dalle punture d'insetto ai piccoli traumi, dalla patologia dermatologica al mal d'orecchio, dalle cistiti alla piccola patologia ginecologica. «Patologie che possono essere tranquillamente gestite in un ambulatorio che si affianca il Pronto soccorso» afferma Bergonzi. 

La creazione di un servizio parallelo al Pronto soccorso è solo una delle proposte elaborate dalla Cisl Medici Lombardia per una riorganizzazione complessiva del sistema sanitario lombardo. «La prima assistenza al cittadino deve essere organizzata sul territorio per dare una risposta alla domanda di salute degli utenti – spiega Bergonzi -. Per ridurre gli accessi ingiustificati ai Pronto soccorsi occorre creare le Aggregazioni funzionali territoriali (Aft) e le Unità complesse cure primarie (Uccp), con la stretta collaborazione e integrazione dei medici di medicina generale, pediatri, guardia medica e specialisti ambulatoriali».

Nei capoluoghi di provincia i poliambulatori pubblici extraospedalieri già esistenti dovrebbero ampliare la loro «destinazione d'uso» ospitando queste nuove aggregazioni funzionali di medicina generale, creando un legame stretto di consulenza con i medici specialisti che già vi lavorano. La loro apertura al pubblico deve passare a 12 o 15 ore al giorno e gradualmente arrivare a coprire anche la fascia oraria 20-24 nei giorni feriali e 12-20 il sabato e la domenica. Il tutto per adeguare gli orari delle strutture territoriali a quelli dei lavoratori che spesso devono accompagnare i genitori e/o i figli a fare prestazioni richieste dal medico di base: non trovando strutture aperte la sera, il sabato e la domenica, ci si reca in Pronto soccorso, dove spesso poi viene generato un ricovero improprio per la scarsa conoscenza del paziente, per la scarsità di tempo a disposizione e per il fenomeno della medicina difensiva.

Molte le proposte della Cisl Medici Lombardia per rendere più efficiente il servizio sanitario regionale, riducendo i costi ma garantendo gli organici medici e infermieristici ospedalieri.

Tra queste:
- ridurre il numero di Aziende sanitarie locali e di Aziende ospedaliere, in particolare nell'area metropolitana, per far fronte ai tagli delle risorse dovute alla difficile congiuntura economica: «No ai tagli dei servizi, sì ai tagli ai costi della politica».
- prevedere un congruo aumento di numero di letti di medicina, anche a bassa complessità assistenziale, per affrontare il progressivo invecchiamento della popolazione e l'aumento della cronicità;
- istituire un coordinamento di tutte le attività sanitarie ed assistenziali territoriali extra ospedaliere nell'area metropolitana, con incarico istituzionale di raccordo delle attività tra le tre Asl e le aziende ospedaliere milanesi ridotte di numero.
- avviare un programma formativo che coinvolgano tutti i professionisti dei diversi settori che aderiscono alla nuova organizzazione sanitaria territoriale.
- avviare campagne regionali di educazione sanitaria e comportamentale dei cittadini.

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