Nelle intercapedini del ponte
c'era il rifugio di 13 senza tetto

Sotto il cavalcavia della circonvallazione di Bergamo 13 senza tetto avevano costruito - con assi di legno appoggiate fra una trave di cemeto armato e l'altra - il loro rifugio sopraelevato. Sì, perché la precedente baraccopoli, troppo visibile, era stata smantellata.

Sotto il cavalcavia della circonvallazione di Bergamo 13 senza tetto avevano costruito - con assi di legno appoggiate fra una trave di cemeto armato e l'altra - il loro rifugio sopraelevato. Sì, perché la precedente baraccopoli, troppo visibile, era stata smantellata.

La nuova operazione è stata compiuta mercoledì dagli uomini della polizia locale di Bergamo: controlli finalizzati alla prevenzione e al contrasto di occupazioni abusive.

Nell'area industriale dismessa, dell'ex Molini Moretti e sotto il limitrofo cavalcavia della circonvallazione Mugazzone sul torrente Morla, sono state individuate le «costruzioni» di fortuna realizzate da immigrati senza fissa dimora.

Le operazioni, che sono iniziate alle 6 del mattino, sono state condotte con personale della polizia locale con l'impiego di 12 unità. Hanno preso parte anche 6 unità di volontari dell'Associazione nazionale carabinieri della sezione di Bergamo, con compiti di supporto e ausilio alle operazioni, con particolare riferimento all'accoglimento delle persone fermate al comando Sud, di via Furietti. Allertati anche i servizi sociali del Comune di Bergamo.

Sono stati fermate 13 persone, 12 di nazionalità rumena e una di nazionalità tunisina, tutte sottoposte a rilievi fotodattiloscopici e segnalate all'autorità giudiziaria; non c'era nessun minorenne.

Gli «abusivi» sono stati indirizzati a strutture di accoglienza, mentre alcuni di essi hanno preferito rientrare nel paese di provenienza.

L'operazione è partita daàle notizie raccolte da diversi cittadini, che hanno fornito utili informazioni su movimenti anomali osservati, e riferite ai vigili di quartiere.

La particolarità della sistemazione dei giacigli, ha reso difficoltosa la loro individuazione, e solamente una osservazione protratta nel tempo ha consentito agli agenti di poter verificare il sospetto che le persone si potessero nascondere all'interno delle intercapedini in cemento che formano l'ossatura del ponte su cui corre il cavalcavia.

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