«Sisma, Mura Venete a rischio»
Cambia la mappa del terremoto

La terra continua a tremare in Emilia Romagna e i sismologi stilano nuove mappe del rischio terremoto. Michele Calvi, docente di ingegneria sismica, ricorda che «Bergamo è in zona 4 o 3 con rischio basso-moderato, mentre prima era fuori classificazione»

La terra continua a tremare in Emilia Romagna e i sismologi stilano nuove mappe del rischio terremoto. Michele Calvi, presidente di Fondazione Eucentre e docente di ingegneria sismica allo Iuss di Pavia, ricorda che «Bergamo è in zona 4 o 3 con rischio basso-moderato, mentre prima era fuori classificazione».

Intervistato da Panorama, Calvi sottolinea che ciò è avvenuto anche per città come Milano, Brescia, Mantova e Verona, tutte entrate in zona 4 o 3. Prendendo in esame la situazione di Bergamo, Calvi afferma che è più a rischio Città Alta, dove potrebbero innescarsi frane, mentre a Bergamo Bassa vi sarebbe maggiore resistenza alle scosse.

Sarennero dunque in pericolo la Rocca, le mura con i suoi baluardi, i campanili? chiede il giornalista di Panorama. «Ron si può dire... - è la risposta di Calvi - ma in linea di principio sì». Un'affermazione che non può che destare una certa preoccupazione.

Va anche aggiunto la questione non è nuova. Già in occasione del dopo terremoto di San Giuliano di Puglia (2002), le autorità competenti in materia presero la decisione di inserire buona parte del territorio bergamasco nella «zona 2» in quanto a rischio sismico.

Una decisone che aveva creato non pochi problemi al gruppo di lavoro che stava progettando il nuovo ospedale di Bergamo (di cui facevano parte la Scau di Parigi, con a capo l'architetto Aymeric Zublena, la Società di architettura urbanistica ingegneria Mm.Ar. Consult di Roma, di Edoardo Monaco e Alessandro Martini, gli architetti Pippo e Ferdinando Traversi di Bergamo, la Ets - Engineering and technical services di Villa d'Almè, i Progettisti Associati di Milano e la Steam di Padova).

«La nuova classificazione - aveva affrmato allora l'arch. Pippo Traversi - è stata approvata a progetto molto avanzato e di conseguenza si è reso necessario un grosso sforzo di adeguamento strutturale che ha richiesto almeno due mesi di duro lavoro. Abbiamo dovuto rivedere tutti gli impianti e spostarne alcuni, inserendo quanto necessario per far sì che l'intera struttura regga anche ad eventuali oscillazioni del terreno».

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