Terremoto, Saffioti e il 2 giugno:
no alla parata, si al lutto nazionale

«Sono assolutamente contrario alla scelta, in questo momento, di non annullare la parata militare del 2 giugno». Così dichiara il vicepresidente del Consiglio Regionale Carlo Saffioti (Pdl), che aggiunge: «Per di più, realizzata secondo "principi di particolare sobrietà", ovvero senza frecce tricolori, senza mezzi militari e con numero ridotto di partecipanti. essa perderebbe buona parte del suo significato. Molto meglio fare come dopo il terremoto del Friuli, nel 1976, quando alla sfilata si preferì la deposizione di una corona al Milite Ignoto, magari accompagnandola a un messaggio del Capo dello Stato».

La questione, secondo Saffioti, non è soltanto economica: «Sono consapevole che buona parte dei costi ormai non potranno essere evitati - afferma -, ma il punto è un altro: mentre si piangono le vittime e un pezzo della Nazione è ancora nel pieno dell'emergenza, con gente terrorizzata dal perdurare delle scosse sismiche, mi pare poco rispettoso che a Roma si sfili. Il 2 giugno è un momento in cui si condivide il senso di appartenenza alla Patria, che oggi è una comunità ferita e non certo trionfante».

Per questo, va estesa il più possibile la partecipazione alla giornata di lutto nazionale indetta per il 4 giugno: «Mi auguro che tutti (a partire da scuole e uffici pubblici) mettano il tricolore a mezz'asta e rispettino il minuto di silenzio - afferma Saffioti -. Oltre alle iniziative di sostegno alle persone colpite dal sisma già approvate, chiederò che ciò venga fatto anche al Pirellone».

© RIPRODUZIONE RISERVATA