«Documento mai arrivato»
Scolaro bocciato, c'è uno spiraglio

Il documento solo oggi, venerdì, sarà acquisito da Mapello, portato a mano dalla madre del bambino che, scoperto che il passaggio fra istituzioni non era avvenuto, l'ha richiesto d'urgenza a Locate e l'ha ottenuto ieri.

La scuola di Mapello che ha bocciato in prima elementare un allievo arrivato ad anno iniziato, non era a conoscenza di un certificato medico che i genitori avevano consegnato alla scuola di Locate (dove avevano iscritto il figlio prima di traslocare a Mapello) ma che il primo istituto non ha consegnato alle elementari di Mapello al momento del trasferimento dell'iscrizione.

Il documento solo oggi, venerdì, sarà acquisito da Mapello, portato a mano dalla madre del bambino che, scoperto che il passaggio fra istituzioni non era avvenuto, l'ha richiesto d'urgenza a Locate e l'ha ottenuto ieri.

Secondo il provveditore Patrizia Graziani, che ieri ha ascoltato la mamma, invitandola anche a consegnarle un esposto scritto sulla vicenda, il documento medico rappresenta un elemento del tutto nuovo che «è sufficiente al dirigente scolastico per poter riconvocare il consiglio di team della classe e ridiscutere la situazione. Il dirigente presiede il consiglio di team e deve esprimere il suo voto. Nella prima seduta il dirigente, che è reggente e perciò deve dividersi fra due istituti, non era presente. Nella scuola primaria una bocciatura deve ottenere l'unanimità dei voti. Inoltre gli ordinamenti del 1955, riconfermati dalla riforma Moratti e Gelmini, dispongono che - ai fini del giudizio sull'allievo, che deve essere considerato nell'intierezza della sua personalità e non solo per gli aspetti tecnici dell'apprendimento disciplinare - il primo biennio, cioè prima e seconda classe della primaria, siano considerati un unicum, proprio perché ogni bambino in questa fase ha tempi di maturazione molto diversi».

Tradotta dallo scolastichese, la dichiarazione apre uno spiraglio, perché significa che la scuola ha deciso di bocciare un bambino iscritto da soli cinque mesi, senza conoscere completamente la sua storia e bypassando le disposizioni in vigore da oltre cinquant'anni nella scuola elementare italiana.

E che un'altra scuola è stata negligente nel trasmettere i dati dell'alunno.

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