Parla il sindaco di Pedrengo:
«Agressione vile e feroce»

«L'accadimento del tentato omicidio subito da due giovani fratelli di Pedrengo nella propria abitazione, la notte scorsa, in pieno centro, mi pone nella condizione di fare qualche riflessione e mi interroga fortemente. Innanzitutto voglio comunicare al giovane, ricoverato in gravi condizioni in ospedale, il mio più grande sostegno, a nome anche di tutta la Comunità di Pedrengo, affinché possa rimettersi nel più breve tempo possibile; alla sorella, ferita anch'essa alla gamba, esprimo la mia più sincera solidarietà incoraggiandola a stare vicino al proprio fratello». Inizia così il emssaggio che il sindaco di Pedrengo Gabriele Gabbiadini ha inviato alla stampa dopo la vicenda accaduta in paese.

«Il coraggio dimostrato da entrambi nel tentativo di difendersi, in casa propria, da un malvivente armato di coltello che violando il loro sacro domicilio ha violato il domicilio di ognuno di noi, non è bastato per evitare di subire una feroce quanto vile aggressione, a discapito della loro vita e della loro incolumità - continua la lettera del primo cittadino -. Mi interrogo ora su quanto possiamo ritenere le nostre comunità sicure, mi interrogo se è giusto o no indignarmi oppure considerare l'episodio, occasionale, mi interrogo sul perché stiamo subendo a livello provinciale questa inaccettabile impennata di reati violenti una volta sconosciuti ai danni dei cittadini e ai danni di una provincia connotata come sicura e di gente buona. Ritengo che la sacralità della vita di ognuno di noi valga di più di qualsiasi forma di stupido buonismo e di maldestro tentativo di garantire i diritti di chi, volontariamente, non ne vuole sapere di vivere civilmente e che fa del “non ho niente da perdere” la propria ragione di vita. Ora mi auguro che i due fratelli si possano riprendere, nel corpo e nello spirito, mi auguro che la comunità sana che vuole vivere in pace, possa superare questi fatti di cronaca che mettono in dubbio ciò che la realtà dovrebbe essere e che è stata fino ad ora, cioè un paese sicuro in cui vivere».

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