Marco vuole dimenticare
e ha paura per la sorella

Sta migliorando, seppur gradualmente, Marco Bergamelli, il ventitreenne di Pedrengo rimasto ferito per difendere la sorella Erika, diciottenne, aggredita in casa tra giovedì e venerdì notte da un malvivente armato di coltello intenzionato a svaligiare la loro villetta a schiera.

Sta migliorando, seppur gradualmente, Marco Bergamelli, il ventitreenne di Pedrengo rimasto ferito per difendere la sorella Erika, diciottenne, aggredita in casa tra giovedì e venerdì notte da un malvivente armato di coltello intenzionato a svaligiare la loro villetta a schiera, in via Maj.

Nella colluttazione con l'intruso, avvenuta nella camera da letto dei due fratelli, il ragazzo è rimasto gravemente ferito al torace e all'addome e da quella notte è ricoverato all'ospedale Bolognini di Seriate. Dopo un delicato intervento chirurgico è rimasto qualche giorno in Rianimazione ma, considerato il migliorare del suo quadro clinico, è stato trasferito in Chirurgia.

Marco Bergamelli ha riportato gravi traumi fisici ma quanto accaduto la scorsa settimana ha lasciato una ferita profonda dentro di lui, che non si cicatrizzerà facilmente. Ieri pomeriggio gli infermieri lo hanno fatto sedere (non ha camminato) sulla poltrona della sua stanza del reparto di Chirurgia, che divide con altri due pazienti. Ma anche se il suo corpo sta reagendo bene alla delicata operazione, resta il terrore per l'aggressione subita.

Marco è molto spaventato - riferiscono i parenti - ha ancora davanti agli occhi quella terribile scena di sangue e per il momento preferisce non parlare con nessuno di quello che è successo. Anche con i suoi amici e i suoi familiari preferisce evitare ogni discorso. Ha paura per se stesso e soprattutto per la sorella Erika. Cerca di proteggerla, anche dal letto dell'ospedale, dicendole di farsi sempre accompagnare da qualcuno nei suoi spostamenti.

Intanto le indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo di Bergamo proseguono per identificare l'aggressore. I reperti raccolti dalla Scientifica (impronte, sangue, il cappellino perso nella fuga) sono stati inviati ai Ris di Parma alla ricerca del dna e di un eventuale riscontro delle impronte con la banca dati Afis.

Si apprende intanto da fonti investigative che le riprese delle telecamere di videosorveglianza installate nel comune di Pedrengo non si sarebbero rivelate utili alle indagini.

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