La Malpensata è più pulita:
grazie ai profughi dalla Libia

La Malpensata si fa bella grazie ai profughi. Da un paio di settimane, infatti, quattro richiedenti asilo ghanesi si sono rimboccati le maniche e, dal martedì al sabato, spazzano, puliscono e sistemano strade, parchi, vialetti e parcheggi del quartiere.

La Malpensata si fa bella grazie ai profughi. Da un paio di settimane, infatti, quattro richiedenti asilo ghanesi si sono rimboccati le maniche e, dal martedì al sabato, spazzano, puliscono e sistemano strade, parchi, vialetti e parcheggi del quartiere.

Ogni mattina, dalle 8.30 alle 12.30, partono dal Patronato San Vincenzo (dove sono ospiti della cooperativa Ruah) armati di scopa, sacchi d'immondizia e tutto quanto serve per il loro lavoro. Pettorina di riconoscimento e scarpe antinfortunistica, stanno ripulendo la zona da ogni genere di rifiuto, buttato in strada dall'inciviltà di alcune persone.

«È un esperimento di coesione sociale per andare oltre l'emergenza – spiega Beppe Traina, coordinatore dello Sprar, Servizio di protezione richiedenti asilo e rifugiati del comune di Bergamo, in cui sono inseriti i quattro operatori ecologici –. Il tirocinio attivato attraverso il progetto Etemenanki permette loro di uscire dalla passività che la lunga attesa per i documenti genera in queste situazioni». Già perché Samuel, 19 anni, Guyam, 32, Nyarko, 23, e Erik, 28, sono arrivati a Bergamo il 19 luglio 2011 e durante tutto questo periodo non hanno fatto altro che frequentare la scuola di italiano e passare il tempo con gli altri profughi al Patronato.

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