Cresce la tensione in cantiere
Nuovo ospedale, slitta l'apertura?

Imprenditori che hanno lavorato in subappalto al nuovo ospedale e non sono stati pagati dalla Dec, che a sua volta chiederà il concordato in Tribunale. Cresce la tensione al cantiere della Trucca: il timore è che l'annunciato trasloco a ottobre slitti.

Imprenditori che hanno lavorato in subappalto al nuovo ospedale e non sono stati pagati dalla Dec spa di Bari, che a sua volta chiederà il concordato in Tribunale (ed è già sotto inchiesta a Bari, per appalti pubblici e malaffare, e a Milano, per il dissesto del San Raffaele), diverse aziende che già hanno lavorato al nuovo ospedale che sono in fallimento o in difficoltà finanziarie. Cresce la tensione al cantiere della Trucca: il timore è che l'annunciato trasloco a ottobre slitti.

«L'ennesimo tassello di una vicenda che non conosce pace: la storia infinita del nuovo polo ospedaliero bergamasco propone ora l'imminente richiesta di concordato liquidatorio da parte della Dec», constasta il consigliere regionale dell'Italia dei Valori, Gabriele Sola. «Il rischio è che, come accade sovente in questi casi, si debba provare a spegnere un incendio con un bicchier d'acqua. I beni attribuiti a Dec ammonterebbero a 150 milioni di euro e non abbiamo idea di quanti ne debbano essere usati per rimborsare i creditori privilegiati. Sentire che, nonostante tutto, i vertici regionali continuino a rassicurare circa l'apertura del "Beato Giovanni XXIII" ad ottobre – conclude Sola – lascia immaginare che non si sia ben compresa la complessità della situazione. Non vorremmo che la smania di mantenere l'impegno dell'apertura entro quattro mesi, impegno su cui nutriamo da sempre parecchie riserve, consigli a qualcuno di mettere nuovamente mano ai soldi dei cittadini».

La manutenzione
Intanto, a preoccupare di più - mentre il collaudo del nuovo ospedale non è ancora stato rilasciato, la trincea antiacqua contro le infiltrazioni nei sotterranei è ferma (doveva essere finita a marzo, in affido diretto sempre alla Dec, ma pare che alcune aziende che hanno commesse sul cantiere si siano fermate proprio per non aver ricevuto spettanze), mentre vanno ancora completati una serie di lavori su vizi e difetti già riscontrati dai collaudatori (rivestimenti dei pavimenti in Pvc, vetrate dell'hospital street da sostituire, intonaci intumescenti da correggere e diversi altri interventi) - è il contratto di manutenzione per 22 anni del nuovo ospedale che fa capo a un'associazione temporanea di impresa (Ati) guidata appunto dalla Dec.

Che ne sarà di questo incarico, se la Dec fa crac? Molto dipende dall'esito della richiesta di concordato che il gruppo pugliese presenterà in Tribunale a Bari (e verrà chiesto anche un parere della Procura che è titolare delle inchieste a carico della dirigenza della Dec, tra cui tre dei fratelli De Gennaro). E intanto, tra le incognite c'è anche il caso «Busi», la ditta di impiantistica che aveva chiesto il concordato preventivo respinto però dal Tribunale di Bologna: il colosso, che deteneva il 27% dell'Ati al nuovo ospedale di Bergamo, ha 7 milioni di debiti alla Trucca e lascia in sospeso 130 creditori. L'impiantistica è stata completata dalla Termigas di Bergamo, socio minoritario dell'Ati, e che a oggi, con la Dec sull'orlo del crac, la Busi in fallimento, la Sacaim già in crisi, è l'unica superstite dell'Ati che ha vinto l'appalto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA