Sotto il Monte, Papa Giovanni
Una nuova casa per i pellegrini

A Sotto il Monte, il pomeriggio del 7 aprile 1969, Zaverio Roncalli tagliava il nastro della Casa del pellegrino. Alla semplice cerimonia, che inaugurava i locali progettati dall'ingegner Primo Colombo, assistevano anche gli altri due fratelli di Papa Giovanni XXIII.

A Sotto il Monte, il pomeriggio del 7 aprile 1969, Zaverio Roncalli tagliava il nastro della Casa del pellegrino. Alla semplice cerimonia, che inaugurava i locali progettati dall'ingegner Primo Colombo, assistevano anche gli altri due fratelli di Papa Giovanni XXIII, Alfredo e Giuseppe, oltre alle autorità religiose e civili.

In quegli anni il paese riceveva ogni giorno «dai tre ai cinquemila pellegrini» scrivevano le cronache, tanto che Sotto il Monte era entrato «negli itinerari turistici delle agenzie di viaggio straniere». All'epoca, la gente cercava subito la casa del Papa dove spesso, seduto sul gradino di pietra, Zaverio Roncalli acconsentiva a raccontare episodi della vita del fratello.

«Oggi il flusso dei pellegrini è di circa centomila l'anno - racconta il parroco monsignor Claudio Dolcini - e la Casa del pellegrino, dopo 43 anni, ha bisogno di una ristrutturazione. Vogliamo qualcosa di sobrio e accogliente. Il vescovo ci pensava da tempo ed è nato un progetto diocesano che vede nella riqualificazione della struttura il primo, necessario passo per dare adeguata accoglienza ai pellegrini che si prevedono soprattutto per l'avvicinarsi degli anniversari di commemorazione dell'apertura del Concilio Vaticano II, 11 ottobre 1962, e della morte di Papa Giovanni XXIII, 3 giugno 1963».

Il progetto Sotto il Monte è nato per rilanciare un luogo e una spiritualità: «Nel progetto generale ci sono diversi capitoli, ma l'accoglienza era il più urgente da affrontare. La Casa non è più adeguata e ha subito il degrado del tempo. L'idea è di costituire col tempo un vero centro visitatori, facilmente raggiungibile per chi arrivi in paese per la prima volta, trasformando il vecchio cinema dell'oratorio in sala polivalente per mostre ed eventi culturali a tema e connettendo tutto con una piazza che sia luogo di incontro».

La Casa del pellegrino è oggi costituita da un ristorante (che per ora non sarà toccato) e da un'ala a pianterreno che si sviluppa intorno a un prato interno. Qui si sta intervenendo, su progetto dell'architetto Paolo Belloni, per coprire la corte e ricavare uno spazio interno ampio e luminoso. «Deve diventare il luogo dove trovare tutte le informazioni necessarie a muoversi in paese - spiega monsignor Dolcini - i percorsi, le mappe, le brochure delle iniziative. Soprattutto, dovrà esserci una segreteria in grado di rispondere a tutte le domande e risolvere tutti i problemi dei pellegrini».

Leggi le due pagine dedicate all'argomento su L'Eco di lunedì 23 luglio

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