Matrimoni a Palazzo Frizzoni
Ma con l'impiego dei disoccupati

In tempo di crisi, anche il matrimonio - oltre che low cost - può diventare solidale. Come? Impiegando un disoccupato o un cassintegrato per la confezione del bouquet, oppure di video e foto. E' il progetto di Palafrizzoni «Bergamo città del sì, lo voglio».

In tempo di crisi, anche il matrimonio - oltre che low cost - può diventare solidale. Come? Impiegando un disoccupato o un cassintegrato per la confezione del bouquet, oppure di video e foto. Va in questa direzione il progetto di Palafrizzoni «Bergamo città del sì, lo voglio», che, già passato in Giunta, partirà in via sperimentale, probabilmente dall'autunno. Fiori, catering, musica. La sala per sposarsi non basta più. Ci vuole anche tutto il necessaire per rendere indimenticabile il giorno (si spera) per la vita.

E il Comune - oltre a mettere a disposizione una serie di spazi per i matrimoni civili - pensa a tutto questo, non in proprio, ma indicando (tramite il suo sito) operatori del settore che sottoscrivono un «patto etico» e s'impegnano ad acquistare non meno di 50 buoni lavoro ciascuno, da utilizzare a favore di studenti under 25, pensionati, casalinghe, cassintegrati, disoccupati e lavoratori in mobilità, da impiegare (affiancando i professionisti, quindi non in uso esclusivo) per attività di fotografie e video, catering e allestimento floreale durante i matrimoni nelle sale comunali.

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