Romano, stakanovisti d'agosto
«Da 46 anni mai chiuso per ferie»

Una storia da stakanovisti d'agosto: da 46 anni, ininterrottamente, il loro negozio non chiude nemmeno nel mese più caldo, e i titolari non sono mai andati in ferie. Rimanendo così, per diversi anni, l'unico esercizio di merceria-abbigliamento a Romano.

Una storia da stakanovisti d'agosto: da 46 anni, ininterrottamente, il loro negozio non chiude nemmeno nel mese più caldo, e i titolari non sono mai andati in ferie.

Rimanendo così, per diversi anni, l'unico esercizio di merceria-abbigliamento a Romano a non abbassare mai le saracinesche, neppure nella settimana (quella in arrivo) del deserto da vacanze. Parliamo del negozio «Da Pietrino», che si trova nella centralissima via Colleoni, in un immobile storico.

«Mio padre Pietro, che oggi ha 87 anni, arrivò a Romano nel 1948 dalla Lunigiana e si mise a fare il commerciante ambulante. La scelta di Romano era dettata dal fatto che era il comune di riferimento di tutto il circondario», spiega il figlio Menotti Brunelli. Dal 1994 è lui il titolare del negozio, con cui ancora collabora la mamma Piera Cavati. «Mi ricordo da bambino, quando giravamo per i paesi con il furgone da ambulante e fuori c'erano 40 gradi. A 12 anni sono entrato per la prima volta nel negozio di via Colleoni che era vicino all'allora sede dell'Inam, la ex Mutua. Ricordo che le donne a giugno portavano i figli per l'autorizzazione medica ad andare in colonia al mare o in montagna, e poi venivano da noi a comprare il corredo necessario».

Tempi e anni passati senza mai chiudere il negozio, se non nelle feste comandate. «Noi restiamo aperti perché vogliamo dare un servizio alla clientela, sempre contenta di questa decisione» dice ancora Menotti Brunelli. Che fa le sue ferie – per così dire – quando raramente ha l'occasione di staccare un po' la spina, dal sabato sera al lunedì mattina. In 46 anni di aperture agostane, nei locali di via Colleoni sono passate tantissime persone, e con loro tantissime storie. Tra queste il titolare ricorda un gruppo di scandinavi che sotto il sole cocente gli avevano chiesto un giaccone invernale da portare nel loro Paese come simbolo del «made in Italy».

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