Villa Calderoli: tolta vigilanza
Dal 13 non c'è più il presidio fisso

Lui prima ci scherza su: «Sono tornato un uomo libero», poi però ammetta di avere qualche preoccupazione in più. Da lunedì è stato tolto il presidio fisso di otto uomini delle forze dell'ordine dalla villa di Roberto Calderoli, sui colli di Mozzo.

Lui prima ci scherza su: «Sono tornato un uomo libero», poi però ammetta di avere qualche preoccupazione in più. Da lunedì è stato tolto il presidio fisso di otto uomini delle forze dell'ordine dalla villa di Roberto Calderoli, sui colli di Mozzo.

Il servizio vedeva impegnati ogni giorno otto uomini delle forze dell'ordine, suddivisi a coppie su quattro turni di sei ore ciascuno. Poliziotti, carabinieri e finanzieri dovevano restare di guardia anche quando la villa era deserta. Il presidio fisso era stato stabilito dal Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica proprio per ragioni di sicurezza. Calderoli infatti è nel mirino degli estremisti islamici fin dal 2006, dopo la vicenda della maglietta con la caricatura di Maometto.

Agli uomini del presidio fisso sono da aggiungere altri otto agenti, quattro a Roma e quattro a Bergamo, che fanno parte della scorta personale del senatore. Un dispiego di mezzi che aveva scatenato le proteste dei sindacati di polizia Ugl e Siulp: solo negli ultimi due anni era costato 900 mila euro.

Una battaglia vinta, almeno in parte: dal 13 agosto infatti il presidio fisso è stato cancellato. «Una decisione che non fa seguito alle polemiche sulla scorta del presidente Fini – tiene a precisare il senatore, che ieri era proprio nella villa di Mozzo – ma è stata concordata una decina di giorni fa dal Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza, nell'ottica di un ridimensionamento generale delle scorte. A tutti è stato abbassato di un grado il livello di sicurezza, e trovo che sia giusto. Sono felice perchè sono tornato finalmente un uomo libero».

Leggi di più su L'Eco di domenica 19 agosto

© RIPRODUZIONE RISERVATA