La lettera al premier Monti
firmata da Anci e 70 sindaci

Mentre Roma tace, il grido «salvate i Comuni» si allarga a macchia d'olio. L'appello «made in Bergamo» al premier Mario Monti per ora non ha ricevuto risposta dal diretto interessato, ma ha contagiato altri sindaci e anche fuori provincia.

Mentre Roma tace, il grido «salvate i Comuni» si allarga a macchia d'olio. L'appello «made in Bergamo» al premier Mario Monti per ora non ha ricevuto risposta dal diretto interessato, ma ha contagiato altri sindaci e anche fuori provincia.

Il documento partito il 10 agosto scorso alla volta del presidente del Consiglio dei ministri per iniziativa di un volenteroso (e bipartisan) gruppo di primi cittadini bergamaschi ha trovato nuovo seguito, raccogliendo il sostegno di Anci Lombardia e l'adesione di 70 sindaci della regione. I firmatari raggiungono così quota 250.

Nel mirino: i vincoli del Patto di stabilità, la sempre minor autonomia dei territori e una spending review indiscriminata. Sul tappeto il rilancio di un ruolo attivo dei sindaci, ad esempio nella lotta all'evasione fiscale e nella ricostruzione di un «patto sociale».

I promotori di augurano di estendere ancora l'adesione (la sottoscrizione continua su www.letteraamonti.org e [email protected]).

Chi invece ha già espresso il proprio sostegno è Anci Lombardia che - per voce del suo presidente Attilio Fontana - la considera «un'iniziativa utile per mantenere alta l'attenzione del governo e dell'opinione pubblica sulle difficoltà che i comuni italiani stanno attraversando».

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